Band Black Metal Italiana underground che ho recensito un milione di anni fa. Lavoro interessante ma a mio avviso sporco nella qualità di registrazione. Ho avuto modo di leggere altre recensioni del prodotto su siti quali North from Northen e Occult Black Metal e ho constatato che lo stesso è stato recensito con voti alti e sopratutto questi siti vantavano la qualità grim della registrazione il che mi fa supporre che probabilmente è stata una scelta voluta dalla band in fase di produzione.
Avevo perso di vista il trio nel corso degli anni e ho letto che hanno prodotto i full lenght "Ancient Worship" nel 2018, e "Advent of the New Evil" nel 2019; l'EP "The Abyss" nel 2020.
La band dopo la Demo del 2006 da me in passato recensita si scioglie infatti nel 2009 e si ricompone con un nuovo batterista nel 2017 pubblicando l'EP "The Awakening".
Inferno è un disco cupo e grezzo, martellante dall'inizio alla fine dell'ascolto, che lascia dei brevi momenti melodici solo nei soli di chitarra. I riff, di stile principalmente Black Metal in alcuni momenti si avvicinano anche allo stile Thrash/Death Metal; i testi sono principalmente incentrati sull'occultismo ma lasciano spazio anche ad argomenti quali la morte e la rabbia.

Le canzoni che più mi hanno colpito sono "The Dark Path", "No Mercy For The Scared", "The Demon In The Snow", "Lost Paradise" e "Satan's Specch".
Sono brani molto potenti e colpiscono per la loro diretta violenza d'esecuzione e per la voce arrabbiata e cattiva.

Il trio, formato da veri occultisti, in passato si occupava solo di temi inerenti la magia e l'esoterismo ma in questo CD sembrano aver optato anche per temi quali la morte e il disprezzo per i costumi attuali della società.
Buona la prestazione del batterista che crea un degno muro sonoro, le linee di basso sono molto possenti e articolate, la chitarra ricorda molto gli Slayer e i primissimi Marduk mentre la voce così profonda e urlante ci trascina subito nello spirito dell'album.

Nel complesso, Inferno, è un disco potente e con delle percussioni martellanti. Probabilmente piacerà molto ai fans del Black Metal Raw e molto meno ai fans del Black più melodico e commerciale.
Una band interessante e misteriosa (che al posto dei nomi propri preferisce nomi d'arte come Radamantis, Hack e Kingvardh), da valutare nell'ascolto complessivo dei loro altri lavori che sembrano esser stati graditi nell'ambiente estremo underground.
Il disco è simpatico e consiglio l'ascolto solo ai cultori del genere e a chi ha timpani forti e ben temprati.

Carico i commenti...  con calma