Calo la puntina sul disco; pochi secondi di graffiante attesa (odo soltanto il rumore della puntina stessa alla ricerca dell'iniziale solco musicale) e "sbadabam": vengo investito, steso, messo da subito al tappeto dalla title track. Centoquarantasette secondi che si aprono con l'abituale sferragliante incedere di una batteria solida ma ignorante (che conosce un solo tempo), una chitarra tirata allo spasimo che assume anche sembianze noise nell'assolo centrale del brano; e quella voce di Eric così (di)sgraziata, con le corde vocali similmente tirate come le corde della chitarra di Jim; un sax del tutto inaspettato, ma capace di aggiungere dinamitarda energia al contesto già incasinato di suo, rende l'inizio del sesto disco in studio dei New Bomb Turks un qualcosa di dirompente, eccessivo, tracimante pura energia. Come del resto la band di Columbus Ohio è stata capace di fare in tutta la sua selvatica carriera.

The Night Before The Day...ecc...ecc...è l'ultimo disco dei Turchi e siamo nell'autunno del 2002; l'anno dopo termineranno ufficialmente la propria degenerata e folle corsa. Anche se qualche concerto all'anno lo effettuano, con particolare predilezione nella nostra Europa. Sono passati nel 2014 ancora una volta dalle parti del Bloom di Mezzago. Ricordo quando li vidi mettere in soqquadro il piccolo locale milanese nel 1993, con il bassista Matt costretto ad ogni serata a chiedere in prestito un basso, avendo dimenticato il proprio strumento nella nativa Columbus. Episodio che quantifica il livello si assoluto scazzo e di pochissima professionalità (ma ben venga questa ignoranza visto il bordello che hanno saputo creare) dei quattro ragazzi americani.

Il vinilozzo l'ho acquistato per il tour del disco quando si fermarono a suonare al Babylonia di Ponderano, provincia di Biella; è di un orripilante color verde pisello. L'unica nota per così dire stonata di un lavoro che è un concentrato di Punk'N'Roll della durata che supera di poco i trenta minuti; tredici brani, un paio dei quali che non raggiungono nemmeno i due minuti di durata. Suonare a rotta di collo, innescare la marcia più elevata e spingere a fondo; dare tutto, senza introduzioni, senza mai frenare: è il biglietto da visita che si può benissimo riscontrare nella supersonica "Rat Feelings" che chiude il lato A del lavoro. Sguaiati, pestosi, casinisti, incuranti di mode. Grezzi al punto giusto, con la qualità del suono che è sicuramente migliorata rispetto agli esordi dei primi anni novanta. Dire che hanno imparato a suonare è forse eccessivo, perchè la tecnica è davvero una parola che non appartiene ai New Bomb Turks.

Giro il vinile, con quel verde che mi colpisce ogni volta, e le cose non cambiano di una virgola: "Leaving Town" e "Sick Sermon" scorrono via rapidissime che è un piacere; sono le urla indemoniate di Eric ad ergersi protagoniste, mentre è il sax ad incendiare le note selvatiche di "Constance Keane". Riprendono un attimo di fiato nella più controllata "Like Ghosts"; ma il badile torna subito in auge per spaccare i timpani come avviene in "Ditch"

La ripresa della title track, in chiave simil Punk-Blues!!!, chiude l'ennesimo capitolo super (con almeno 99 ottani) di questa banda di "svitati".

Diabolos Rising 666.

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