Dell’amore e dell’importanza di ricoprire sempre con cura il pavimento, con giornali e carta gommata, prima di ogni lavoro di muratura/tinteggiatura.

Is This Love?

Per indole, e aggiungerei per fortune biografiche, ho sempre avuto una visione dell’amore positiva, gioiosa e un po’ naïf, alla All I Want di Joni Mitchell

I wanna be strong, I wanna laugh along/ Voglio essere forte, voglio ridere insieme
I wanna belong to the living/ Voglio appartenere ai vivi
Alive, alive, I want to get up and jive/ Viva, viva, voglio alzarmi e ballare
[…]

All I really, really want our love to do/ Tutto ciò che davvero, davvero voglio che il nostro amore faccia
Is to bring out the best in me and in you too/ È tirar fuori il meglio di me e anche di te
[…]

I wanna have fun, I wanna shine like the sun/ Voglio divertirmi, voglio brillare come il sole
Wanna be the one that you want to see/ Voglio essere quella che vuoi vedere
I wanna knit you a sweater/ Voglio farti un maglione ai ferri
I wanna write you a love letter/ Voglio scriverti una lettera d'amore
I wanna make you feel better/ Voglio farti sentire meglio
I wanna make you feel free/ Voglio farti sentire libero

Beh, magari senza il maglione…

Poi, questa estate, è arrivata Nina.

Riderless Horse era il disco del mese del numero di luglio/agosto di Blow Up.

Leggo sempre la recensione del mese. Accanto a questa, c’era una foto (credo presa dalla cartella stampa) di Nina Nastasia, l’autrice, che si teneva il viso tra le mani con il trucco occhi nero mezzo sciolto e una drammaticità troppo esibita che non mi fece un grande effetto. Infatti, passai oltre.

Giorni dopo, ero china sul pavimento ad eliminare tracce di vernice e calce dalle mattonelle, regalo di una ristrutturazione non troppo accorta. Di umore stranamente triste e malinconico, in dubbio su cosa ascoltare e forse in cerca di qualcosa che assecondasse il mio stato d’animo, decisi di dare una possibilità al disco.

Quello che è accaduto in seguito, la piccola ossessione che ho sviluppato per quest’album, reputo sia spiegabile solo in parte con i suoi oggettivi meriti artistici o con la sua aderenza al mio ideale musicale: tristezza con chitarra acustica. Sospetto che un ruolo determinante lo abbiano avuto le esalazioni dell’acido usato per pulire le piastrelle. Perché se c’è una cosa a cui credo ciecamente è il potere della chimica!

Is this love if it feels so bad?

Riderless Horse è quello che succede quando non si ride più, il nostro sole si eclissa e non si ha più voglia né di ballare né di lavorare a maglia.

La dolcezza di Just Stay in Bed ci introduce alla fragilità; la coppia, però, è ancora un rifugio, un sollievo. Poi qualcosa accade. Presi da sé stessi, non ci si accorge della sofferenza dell’altro e qualcosa si rompe (You Were So Mad). Allora, si precipita nel buio, ci si ferisce, ci si odia, si soffre (Ask me, This Is Love) e benché non manchino momenti di dolcezza e amnesia (Blind as Batsies, Lazy Road) non si riesce a venirne fuori

The two of us the two of us make one / Noi due, noi due siamo uno
Deep in the shit / Immersi nella merda
Trying to crawl out of this dung/ Cercando di strisciare fuori da questo letamaio
The stink of it / Il suo odore
Overwhelms the good we've done/Sovrasta il bene che abbiamo fatto

Si può parlare d’amore anche quando lo stare insieme non tira fuori il meglio di noi, ma solo il peggio?
Si può parlare d’amore quando in un rapporto entra persino la violenza (Nature, Go Away)?

In un’atmosfera intima, con soltanto voce e chitarra acustica sapientemente modulate ad esprimere differenti emozioni, ora dolcezza ora rabbia, ora odio ora pietà, ora speranza ora disperazione, Nina risponde a queste domande e, anche quando descrive l’inferno, come in Nature,

Sometimes you get ahead of it / A volte riesci a prevenirlo
And sometimes you're in the thick of / E a volte sei proprio al centro
All his anger and pain I've seen such rage / Di tutta la sua rabbia e dolore, ho visto una tale furia
It's embraced me / Mi ha abbracciato
Then squeezed all the blood from my brain / Poi ha strizzato tutto il sangue dal mio cervello
It kills me the instant I feel it begin / Mi uccide all'istante quando sento che sta per iniziare
And like a doll I stand lifeless / E come una bambola sto lì senza vita
And let it pour in / E lascio che mi travolga

And I say, "Stop!" over and over / E dico "Stop!" ancora e ancora
Over and over till it all fades / Ancora e ancora fino a quando tutto svanisce

non smette mai, incredibilmente, di parlare d’amore.

This is Love

Questa è la sua conclusione, e pur non potendo (fortunatamente) comprenderla fino in fondo e pensando che non debba essere così, dopo averla ascoltata, “sentita”, mi arrendo alla possibilità che, forse, possa essere anche così.

Quando si assiste dal di fuori a storie come questa, ad amori tossici, disfunzionali ci si chiede cosa impedisca alle persone di staccarsene. In Ask Me, Nina chiede al suo amante perché lui non la lascia, mettendo fine alle sofferenze di entrambi. Allora immagina che lui le ribalti la domanda chiedendole perché non è lei ad andar via. Ma lui è psicologicamente fragile, lei vorrebbe salvarlo, ma sa che alla fine sceglierà sé stessa.

But I'll be the one / Ma io sarò la sola
To choos? life over illness / A preferire la vita alla malattia
To b? born from this deadness and leave / A nascere da questa morte e andare via

And I might think twice / E potrei ripensarci
When the damage is done / Quando il danno è fatto
And oh what a price I will pay / E oh quale prezzo pagherò

Sì, il prezzo.
Dopo una lunga relazione con il suo manager e mentore Kennan Gudjonsson, precipitata negli ultimi anni anche a causa di droghe, problemi economici e mentali, Nina decide, poco prima dell’inizio della pandemia, di troncare il rapporto e andar via.
Kennan si suicida il giorno dopo.

Diretto, sincero, terribile. Eppure musicalmente Riderless Horse, nella sua drammaticità, appare straordinariamente lieve, quasi rassicurante, ben diverso, ad esempio, dalle atmosfere ben più cupe del bellissimo Run to Ruin del 2003.

Nella recensione di Blow Up lo si definiva scarno e al contempo denso. Per me, foto sbagliata ma aggettivi giusti.

Forse nulla di stupefacente: solo folk... e il dolore trasformato in bellezza.
Afterwards, l’ultima canzone del disco, si chiude con i versi:

I want to live / Voglio vivere
I am ready to live / Sono pronta a vivere

A suo modo, un piccolo monumento alla capacità dello spirito di sopravvivere nonostante tutto.
Una cosa che, personalmente, non smette mai di sorprendermi.

Dopo mesi di ascolti ripetuti e un periodo di pausa, pensavo che la “cotta” mi fosse passata. Poi, qualche giorno fa, ero di nuovo un po’ triste. Allora ho messo su Riderless Horse e ho finito per ascoltarlo tre volte di fila.
A questo punto, temo che i danni neurologici dovuti all’acido siano permanenti: pensateci bene la prossima volta che deciderete di dare una rinfrescata alle pareti di casa.

P.S.: dimenticavo, la produzione è di Steve Albini.

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