Le urla del primate filtrato dalle macchine in apertura di "Norepinephrine" rappresentano ben più di un mero avvertimento, la percezione della realtà circostante deve cambiare, già a partire da quegli animaleschi versi, si entra in un' allucinato quanto lucido stato d' allerta, il corpo è un fascio di nervi, materia crepitante, tesa, vigile.
E' necessario depensare se stessi per addentrarsi nell' efferato turbine di vessazioni e privazioni sensoriali a cui quest' opera sottopone, mantenere in attività soltanto le zone del cervello più basiche, istintive e primordiali utili alla sopravvivenza, non saranno previste interruzioni, i brani fluiranno l' uno sull' altro, traboccheranno acido muriatico e catrame, nonchè genialoidi e generose colate sonore quartomondiste tossiche e psicoattive, che di quando in quando muteranno in spessi e lascivi groove torbidi e salmastri come fango di palude.
Pare far tutto leva sul corpo, riprendere consapevolezza e controllo del corpo, la mente come concetto astratto, il pensiero come elemento destabilizzante, sottrarre il corpo da una mortifera routine di gesti ossessivi, pigri ed inutili, allucinazioni e nervi saldi, deliri e farneticazioni totalmente lucidi, il corpo è un' arma.
"Drowning In A Sea Of Bliss (Anthems Of The Meat Generation": 40 e rotti minuti di malessere industrial.
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