I "Nomadi" sono Augusto Daolio, e Augusto Daolio è uno dei più genuini e coinvolgenti cantanti della musica leggera italiana. La sua voce, calda ed avvolgente, ha cantato inni generazionali.
L'album "Ma noi no" è l'ultimo album licenziato dal gruppo con Augusto ancora in vita. Seguiranno due postumi, il sincero e toccante live "Ma che fil la vita!" e il più banale e trascurabile "Contro".
"Ma noi no", uno tra gli album più venduti del gruppo, è una raccolta di canzoni già pubblicate in altri album, che hanno come fili conduttori la coscienza civile, la non-violenza, l'amore e l'amicizia. L'interpretazione di Daolio, così limpida e coinvolgente nonostante l'età e (soprattutto) le sigarette e così universale nonostante la tipica e inconfondibile cadenza bassa reggiana, riesce a rendere interessanti, o quanto meno ascoltabili, anche i brani minori ("Tutto a posto", "Gordon", "Il pilota di Hiroshima", la stessa title track, "I ragazzi dell'olivo" e "Gli aironi neri"). La raccolta comprende quasi tutte le migliori canzoni del gruppo, dalle storie prese in prestito dall'amico Guccini alle originali "Io vagabondo" (1972) e "Un giorno insieme" (1973) ed infine due delle loro cover più celebri, "Come potete giudicar" ("The revolution Kind" di Sonny Bono) e "Ho difeso il mio amore" ("Night in White Satin" dei Moody Blues).
Vertice assoluto della raccolta, e vero e proprio manifesto programmatico del gruppo, è l'inno "Io vagabondo". Chi, ascoltandolo, non ha mai provato la sensazione del "vento sulla pelle" o del "Fuoco caldo di un camino"? Se non è la canzone italiana più bella di sempre, è senz'altro la più emozionante. Notevoli sono anche le gucciniane "Dio è morto" e "Canzone per un'amica", che lasciano trasparire un sincero e genuino amore per la vita, più forte delle ingiustizie e della morte stessa. Messaggio banale? Forse sì, ma non in bocca ad Augusto.
Sicuramente una delle migliori raccolte per avvicinarsi, o riscoprire, i "Nomadi".
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