La vita è una lunga lezione di umiltà. (James Matthew Barrie) 

 Quando nella vita viene meno ogni forma di soddisfazione per quello che si fa, quando tutto sembra vano poiché si è appreso che ogni cosa nell'esistenza umana, è destinata a scomparire velocemente; il non riuscire ad assaporare gli attimi fugaci di gioia, non essendo capaci a fuggire dalla tristezza e dalla noia che ci affligge e che governa la mente. La vergogna derivante dal non riuscire a farcela, dal non riuscire a superare gl'ostacoli che si propongono nella propria esistenza.

Tutte queste ansie ed emozioni portano alla sconfitta, nemesi suprema d'ogni essere vivente, il quale durante la vita cerca in tutti i modi di sopraffarla non riuscendoci mai. Si sviluppa così un sentimento di disperazione e di rabbia, il quale spesso non fa altro che rendere ancora più bui i tanti momenti neri che s'incontrano durante la propria esistenza.

Disperazione e rabbia. Questa è la miscela che anima la musica degl'americani Novembers Doom, band nata nel 1989 a Chicago e dedita ad un ottimo ed intelligente Death Metal con  influenze Doom.

Un Death Metal progressivo, anche se lontano dalla scuola opethiana, il quale si sposa con ritmiche sognanti, dove le chitarre tessono tele d'ispirazione katatonica e il bellissimo growl del cantante lascia spazio ad una voce pulita e triste. E' proprio in queste piccole isole di tranquillità e speranza, in cui saltuariamente fa capolino una voce femminile, che si possono vivere i momenti più ricchi di pathos di tutto l'album.  

 L'album s'apre con "Not The Strong", una canzone rabbiosa dove il protagonista confessa d'avere un segreto, il quale ha condizionato tutta la sua esistenza e che lo porta lentamente alla sconfitta. In "Torn" è la voce della cantante Nora O'Conner a disegnare l'atmosfera di cupa desolazione, la voce maschile le si avvicina solo successivamente per poi esplodere con il growl. Il testo di questa canzone è davvero bellissimo. Torn rappresenta l'anima del protagonista, la quale dialoga con la Vita (voce femminile) che la spinge a continuare la sua esistenza e con la Morte (voce growl) che incita l'anima ad abbandonarsi e a lasciarsi morire per approdare alla verità e alla risoluzione dei propri dolori. L'ultima a parlare è la Vita la quale promette all'anima attimi di gioia: "You deserve more then this/ Your saviour has come/ A strong soul to carry on/ To take you home". La canzone si chiude così, prima che l'anima si esprima, lasciando all'ascoltatore il compito di chiudere la storia. Si arriva alla penultima canzone "Dreams To Follow", strumentale (suonata con il piano) che introduce gli stupendi arpeggi di "Dark Fields for Brilliance" canzone che racconta la passeggiata nelle tenebre nei momenti più bui, dove il mondo è crollato addosso e dove la vita passa davanti agl'occhi come una sequenza infinita d'errori e di sconfitte.

 In ogni caso, l'album non è perfetto. I cinquanta minuti di musica passano piuttosto velocemente, le partiture di chitarra sono d'ottimo livello, la voce del cantante è molto espressiva ma le tracce sono molto (troppo?) simili le une alle altre conferendo così al lavoro una longevità non eccezionale.

 Il voto sarebbe un 3,5 che arrotondo a quattro per gli splendidi testi delle canzoni, sempre molto concreti e scevri da metafore (cosa non del tutto usuale nel genere). Il mio consiglio è quello di prenderlo solo se amanti di certe sonorità, ai pionieri del genere consiglio invece l'album successivo "The Pale Haunt Departure".

 Voto 72/100

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