Il motivo per cui si sono sciolti è chiaro: loro non erano d'accordo nel firmare con una major, non erano d'accordo sul diventare merce, non erano d'accordo sul mandare a fanculo la musica che avevano creato in quei due anni, non volevano morire di successo, e allora cosa decisero di fare? si sciolsero???, si esatto si sciolsero e mai nessuna decisione fù più difficile da prendere, stroncarono all'inzio quella che sarebbe diventata una band simbolo, un punto di riferimento per quello che verrà dopo.
Ma torniamo indietro di due anni, era il 1987, quando quattro punkers di Berkeley in California decisero di mettere su una band che chiamarono operation ivy, la formazione era: Jesse Michaels alla voce, Tim Armstrong alla chitarra, Matt Freeman al basso, e Dave Mello alla batteria, ma loro non suonavano semplice punk, lo miscelavano con ska e con un pizzico di hardcore, creando una specie di skacore-punk, ed è stato questo a sopraelevare gli operation ivy da tutte gli altri gruppi del periodo. La band, mostrando tutto il suo talento nei tanti concerti cui prese parte, viene messa sotto contratto dalla lookout records, filiale della famosa Epitaph, e registra il suo primo ep "hectic", e quindi "Energy", loro primo ed ultimo album, il quale contiene tutte le canzoni scritte, canzoni di una bellezza inaudita, mai sentita prima, pezzi veloci, arrabiati, ma anche molto melodici, con quel sound giamaicano, che in futuro sarebbe stato imitato da molti, anzi moltissimi gruppi.
Che dire di queste 27 canzoni tutte di livello altissimo, come non citare "knowledge", "jaded", "hoboken", che strizzano l'occhio ad un sound più hardcore, il jazz di "bad town", perfino il rockabilly di "the crowd", e poi ska, tanto ska ma di quello fatto bene, canzoni come: "sound system", "take warning", "bombshell", "unity", "bankshot" (per me la piu bella del cd), "room without a window", "yellin in my ear", canzoni rese irresistibili dal basso di Freeman, dalla voce rauca-rozza di Michaels e dalle schitarrate di Armstrong. Cos'altro dire del gruppo che ha influenzato (senza volerlo) l'ondata di punk commerciale che si sarebbe sviluppata dopo qualche anno, (i green day stessi hanno detto di aver preso l'ispirazione da loro e dai buzzcocks), di un gruppo dalle quali ceneri si formeranno in futuro i forse sopravalutati Rancid (con Armstrong e Freeman nella line up).
Cos'altro dire di questo disco pieno di entusiasmo e di passione per la musica, ingredienti che hanno reso questo album ancora oggi irripetuto, ed imprescindibile per ogni punk che si rispetti, beh forse un'ultima parola da dire ci sarebbe… CAPOLAVORO
Carico i commenti... con calma