Negli anni '70 il rock progressivo italiano è stato dominato da gruppi come PFM, Banco, Orme e Area. All'ombra di questi colossi si è però sviluppato un sottobosco di gruppi meno famosi ma non per questo meno degni di nota, tra cui Biglietto per l'Inferno, Latte e Miele, Pholas Dactylus, Quella Vecchia Locanda, Raccomandata Ricevuta Ritorno, e Osanna. Quest'ultimo è un gruppo napoletano formatosi nel 1971, che si discosta dal tipico sound progressivo per un minore uso di tastiere e la commistione con suoni della tradizione partenopea e sono famosi anche per aver saputo coniugare la musica con un look teatrale (suonavano in concerto con i volti dipinti).
Dopo "L'Uomo", che vantava una maggiore ricerca della tradizione napoletana, e "Preludio, Tema, Variazioni, Canzona", colonna sonora del film "Milano Calibro 9", gli Osanna pubblicano quello che sarà il vertice assoluto della loro carriera e uno dei punti più alti del prog italico, "Palepoli".

La band è formata da Lino Vairetti - voce, organo, tastiere, armonica, Elio D' Anna - sassofono e flauto, Danilo Rustici - chitarra elettrica ritmica e solista, chitarre acustiche, Lello Brandi - basso,  Massimiliano Guarino - batteria, percussioni.

L'album è composto da 2 lunghe canzoni e una più corta che funge da raccordo tra le 2. Con "Oro Caldo" veniamo trasportati in un mercato; voci di mercanti di altri tempi si confondono ad un ritmo orientaleggiante scandito dalla batteria e dal flauto, prima dell'arrivo della chitarra elettrica e del resto della band a ritmo di tarantella e a un testo che recita: “Fuje 'a chistu paese, fuje 'a chistu paese./Parole, penziere, perzone nun vanno ddaccordo nemmanco nu mese”. Nella prima parte del brano (della durata complessiva di 18 minuti) trovano grande spazio soprattutto il flauto, che ricama assoli alla Ian Anderson, e la chitarra di Hendrixiana memoria, per lasciare spazio, in seguito, al sax e all'esplosione musicale che accompagna i versi "Gente distrutta e una città di più/Cerca se puoi, cerca Palepoli/La realtà di un'età senza noi" e che si trasforma in un tempo più jazzato nel finale.
"Stanza Città" è un brano di un minuto che riprende l'intro orientaleggiante del precedente brano con sovraincisioni di voci al contrario. "Animale senza Respiro" è probabilmente il brano più ambizioso dell'intera carriera degli Osanna: nei 21 minuti, il testo narra della lenta e infinita agonia di un animale idealizzato che paga per i crimini commessi sull'umanità. Musicalmente ci troviamo di fronte a un enorme collage di suoni, che vanno dal jazz-rock, ad altre più hard, senza trascurare gli inserti acustici ed elettroinici e i vari assoli di sax, flauto, chitarra, batteria... in pratica tutto ciò che può rendere felice un appassionato di Progressive.

Nel tour che seguì l'album la band fu accompagnata da uno spettacolo teatrale, di grande impatto visivo.

Un grande album da scoprire e amare
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