C'è una sola recensione di questo disco su Debaser e, oltre a non essere lusinghiera, lo stesso recensore afferma di aver ascoltato al massimo un paio di volte Down to earth e di averlo in seguito cestinato. La domanda sorge spontanea: come fai a scrivere una recensione di un album che non ti sei preso la briga di ascoltare con calma e serenità e approfonditamente ma che hai cestinato perché "non era quello che mi aspettavo" dopo solo un paio di ascolti e che hai messo da parte? Non puoi.
Cerchiamo di rimediare.
Un altro grandissimo, imperdonabile errore della summenzionata "recensione" è quello di grossolanamente affermare e dichiarare che Dreamer sia un pezzo orribile, da buttare. Qui il "recensore" si svela subito per quello che molto probabilmente é: un metallaro sotto i 25 anni (almeno lo spero per lui). Un metallaro di quelli che riesce ad apprezzare solo il metallo pesante e pochissimo altro e che se Ozzy, uno dei padri fondatori dell'heavy metal, si azzarda a fare una ballad allora bisogna subito dichiararla una merda.
Poco importa che i Beatles e in particolare John Lennon, al cui capolavoro Imagine questo pezzo esplicitamente s'ispira, siano una delle più grandi influenze di Ozzy solista, che già c'aveva dato un saggio della sua adulazione per Lennon nella sua bellissima Ghost behind my eyes nel bell'Ozzmosis del 1995. E poco importa che Dreamer sia in realtà una bellissima ballad, musicalmente emozionante, tecnicamente impeccabile, con uno dei migliori assoli melodici di Zakk Wylde e che tematicamente riprende l'ispirazione ambientalista/apocalittica di pezzi come Revelation da Blizzard of Oz e la successiva The Almighty dollar da Black Rain.
Poco importa tutto questo, il metallaro puro e inveterato dovrà spalmare le sue feci su tutto ciò che ritiene peccato mortale per un musicista metal: comporre una ballad. Io vi suggerisco di lasciare il "metallaro" ai suoi deliri adolescenziali e fatevi un bagno di emozioni ascoltando Dreamer.
Ma ascoltate anche l'intero album che, bisogna ammetterlo, seppur valido mette tutti i pezzi i migliori all'inizio e lascia un pò a desiderare verso la fine.
Gets me through è un'opener stupenda, come da tradizione dei dischi di Ozz, dove un'ipnotizzante intro di piano lascia il posto a un riff pesante, squadrato e pieno zeppo di groove su cui Ozzy canta versi e ritornello memorabili.
Meno emozionante ma comunque buono è il seguito Facing Hell che poi lascia spazio alla summenzionata Dreamer di cui ho già ampiamente tessuto le lodi.
Fantastica anche No easy way out in cui si sente anche di che pasta è fatta la sezione ritmica composta da due musicisti fenomenali: niente di meno che Rob Trujillo che poi andrà ai Metallica e Mike Bordin ex Faith no more. Drizzate le orecchie al dettaglio della scala discendente di basso che precede il ritornello, Ozzy che canta No easy way out, quella linea di basso è pura estasi.
In questo pezzo il riff di chitarra è quanto di più sabbathiano si può sentire mentre anche il tastierista sottolinea l'ariosità del pezzo che si apre in un ritornello memorabilissimo, vogliamo parlare degli assoli? Bellissimo pezzo, veramente, 10/10.
Il prossimo pezzo ha un riff portante più stradaiolo, qui siamo su territori più anni 80 e Guns'n'Roses (per farvi capire) che Sabbath anni 70. Bel pezzo su cui far andare su e giù il vostro collo in ogni caso. Non a caso introdotto in scaletta per il Live at Budokan dell'anno successivo. Interessante la linea vocale che comincia con Should I think about tomorrow. Qui Ozzy rallenta i ritmi e riflette sull'età che avanza.
Se tutti i pezzi fossero all'altezza di questi primi 5 staremmo qui a parlare di capolavoro assoluto ma così non è.
Dopo l'interludio tenero e sincero, nonché beatlesiano, di You know (part 1, che curiosamente non avrà mai un seguito) arriva Junkie che non è al livello dei pezzi precedenti ma si fa semplicemente ascoltare. Interessante la parte strumentale dopo il secondo ritornello con un Rob Trujillo sugli scudi come non mai, riuscirete sicuramente ad ascoltarlo molto più chiaramente in questo album che in qualsiasi altra cosa abbia fatto con i Metallica.
Con Running out of time si torna su livelli molto alti. Just another wonderful ballad, power ballad questa volta. Un'altra amara (in fondo Ozzy è sempre The prince of Darkness) riflessione sulla vita e gli anni che scorrono inesorabili, Ozzy parla di eroi solitari e spezzati, parlando così di tanti altri musicisti come lui che quando non sono sul palco, osannati da tutti, si ritrovano spesso più soli che mai ad affrontare i loro demoni, soli, persi e dimenticati. Sotto la maschera un uomo semplice che ha paura come tutti gli altri e tenta come tutti di trovare una luce che lo riporti a casa. Musicalmente poi questo pezzo va ad aggiungersi alle decine di altri pezzi dove Ozzy rallenta e riesce a suscitare emozioni bellissime. Emozioni e anche riflessioni.
E se finisse qui non esiterei ad assegnare un 4.5/5 a Down to Earth ma le successive Black Illusion e Alive fanno inevitabilmente scendere le quotazioni di un album comunque bellissimo, imperdibile che personalmente preferisco ai comunque buonissimi No more Tears e Ozzmosis.
Questa versione anni 2000 Ozzy è valida quanto quella dei primi anni 80 e dei due album (Ozzmosis a mio avviso sottovalutato) degli anni 90.
Un album che vi consiglio con tutto il cuore di andare ad ascoltare o riascoltare.
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