Ma vedere dissipare il senso di questa vita, scomparire la nostra ragione di esistenza, ecco cosa è insopportabile.
Non si può vivere senza una ragione."
.:. Albert Camus, da Caligola (1938) .:.

«Se la Natura condanna a morte l'uomo, che almeno l'uomo non lo faccia», usava dire (poichè era contro la pena di morte).
Ironia della sorte, il 4 gennaio 1960, Albert Camus, "Premio Nobel per la letteratura" (ricevuto tre anni prima), moriva in un incidente stradale a bordo di una Facel Vega FV3B, nel quale perse la vita anche il suo editore Michel Gallimard che era alla guida dell'auto: presso Villeblevin, vicino a Sens (Yonne) e sulla strada per Parigi, il conducente perde il controllo dell'automobile che guidava forse a circa 140 km/h in pieno rettilineo, prima di schiantarsi contro un platano.
Gallimard muore sul colpo, Camus viene estratto dall'auto ormai incosciente e con gravissime ferite, e poco dopo viene dichiarato morto.
La figlia e la moglie di Gallimard, sedute dietro, si salvano, Camus non aveva nemmeno 50 anni.
In ogni caso avrebbe avuto vita breve poichè fra il '59 e l'inizio del '60 le condizioni di salute del quarantaseienne Camus sono ormai molto precarie (ormai da tempo entrambi i polmoni sono intaccati dalla tubercolosi, oltre che dal fumo) tanto che a motivo della salute malferma deve rifiutare la direzione della "Comédie Française" o "Théâtre-Français" (che fu fondata nel 1680 e dal 1799si trova nel cuore del "Palais-Royal" nel I arrondissement di Parigi. È il solo teatro francese di Stato che dispone di una compagnia permanente di attori, la "Troupe des Comédiens français"), offertagli da André Malraux, scrittore e all'epoca Ministro della Cultura francese.
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