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Serge Gainsbourg - La Javanaise (1968)

Vabbè, Lucien… Serge…
Il fregarsene delle conseguenze come motto per godere di questa “vita”.

“C’è un triangolo equilatero nella mia vita, fatto di Gitanes, alcol e donne. Non isoscele. Proprio equilatero”, precisò in vita…

“Morto per aver bevuto troppe sigarette”, titolò Liberation quando morì raffigurando un immagine folgorante di ciò che era stato quel Signore.

Una autentico Dio in Francia, amato senza limiti proprio per quel che era. Genuina follia, come quando colorò di reggae la Marsigliese, sconvolgendo i benpensanti che lo insultarono e accusarono in ogni modo… Lui rispose con una gran risata e dito medio ben alzato.

Gainsbourg e Gainsbarre… le due persone che lo abitavano; vinceva sempre il secondo… geniale, folle, maniaco, schizzato, bipolare, alcolizzato, devastato… “Quand Gainsbarre se bourre, Gainsbourg se barre”…

E folle e geniale lo fu ogni minuto e fino alla fin…. Solo una: quando fu colpito dall’infarto, cercò di evitare la barella dicendo agli infermieri che non era fine farsi portare via in quel modo, poi si lamentò della coperta che definì “inguardabile”… dopo l’intervento si fece portare in ospedale da Jane Birkin una confezione enorme di boccette di profumo “così possiamo coprire l’odore di fumo”…

Alla fine divorato dalla cirrosi, praticamente cieco finì preda dei suoi demoni. Il suo vero terrore, il suo nemico è sempre stata la paura della solitudine, la necessità assoluta di essere amato.

Così brutto… così seducente e irresistibile da far innamorare alcune delle donne più belle e desiderate…

Ciao Serge …

#omaggiparticolari (11)
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