Se in 21 anni dalla sua uscita non hai ancora visto questo film, non leggere la recensione e goditelo!
Complicato parlare d'amore in questo mondo che vira bulimico al "solo sesso", calpestato e classificato per età e categorie anche sovrapponibili e ampliabili.
Anni ed anni di non innocuo bovarismo potranno forse servirmi... ma non ne sono sicura.
Vincitore di tantissimi premi, studiato negli atenei e uno dei miei film preferiti in assoluto. Scritto e diretto da un Sorrentino originalissimo nella regia, sceneggiatura, fotografia, colonna sonora e nei dialoghi freddi e taglienti come il marmo. Non esiste un modo per recensire questo piccolo capolavoro italiano se non entrando negli strati e nelle pieghe di questo magma che si solidifica ed il calore passa al gelo della fine.
Titta di Girolamo come Cheyenne del successivo "This must be the place" è un puro ma senza salvezza. Per piccoli scherzi del destino si trova alieno in un limbo senza uscita. Solo la morte può scegliere di anticipare o posticipare a suo piacimento.
Il protagonista vive in un hotel di Lugano ed è un uomo d'affari... rispettabile, elegante ed educatissimo. Desta sicuramente la curiosità dei viandanti o lavoranti essendo cliente fisso. Ad ogni domanda ha una risposta ed il suo contegno non permette a nessuno di "entrare" nella sua vita sigillata. E' con NOI che Titta vuole parlare con urgenza del suo purgatorio e si racconta.
Come si può sopravvivere alla solitudine? Creando schemi e ritual: sempre lo stesso posto, sempre alla solita ora o nel determinato giorno. Anche le telefonate a casa non hanno stratificazione, sono monocorde ed inutili. La visita del fratello (il nuovo nulla che avanza) non lo tocca. Nulla sembra muoverlo dal suo "stato" se non il sentimento dei sentimenti che nella sua funesta situazione è la sua UNICA paura.
Al primo sguardo significativo con l'amata cameriera passa dietro a tutti e due un carro funebre trainato da cavalli... un brutto presagio.
La vita ci insegna che di amore possiamo smettere di parlare o asserire di non volerlo provare più ma LUI è lì che cova e potrebbe arrivare da un momento all'altro e non saremo mai pronti.
Quando Titta decide di abbandonarsi rompe tutti gli schemi è consapevole che sarà la sua fine, ma almeno quel momento di passaggio tra il purgatorio e il paradiso varrà tutta una vita.
In realtà Sofia è una donna giovane, moderna, bellissima ma senza spessore, anche lei catalizzatore dei tempi che cambiano. Approccia Titta come tutti, per curiosità. A volte infatti l'oggetto d'amore è semplice appendice, prolungamento della nostra passionalità che si espande, niente più.
Tornando al mio bovarismo, quando il mio giovane infermiere preferito è di turno e mi passa il bicchierino dell'acqua per l'antidolorifico le mani e gli occhi si sfiorano e per una frazione di secondo mi passa una piccola scossa elettrica lungo la schiena... me la faccio bastare.
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