Dopo aver ascoltato "Flautofonie" di Stratos sono rimasto a bocca aperta..
Tofani, con lo sperimentale chitarrismo di "Indicazioni", e Fariselli, con il funambolico "Antropofagia", arricchiscono i progetti solisti di casa Area.
Fariselli, nel 1977, dà alle stampe sei brani avanguardistici al pianoforte, dove si toccano spunti di pregevole fattura. Gli Area sono un progetto dove ogni strumento ha la sua parte e non ha nulla da rivendicare. Tutti si esprimono. Sono un circo musicale.
Le note di Fariselli, gli skatch e le inarrivabili fughe arabesche al VCS3 e al piano si intrigano a meraviglia con il "paradiso vocale" di Stratos.
"Roastbeef" e "Scorie" sono due ottimi esempi di quanto sia anarchico e fuori dagli schemi il caro Patrizio.
Controtempi, appunti su Varese, ritmi dispari.
"46 Re-Blocks" rievoca i fasti sperimentati già qualche anno prima dal Battiato di "Cafè Table Musik".
Un quadro di Picasso. Un dipinto surrealista che si squarcia lentamente, sgretolandosi come per magia. E' così naturale e spontanea la follia dell' assenza di ritmo.
Poi si arriva al mero jazz fumoso, da sala da biliardo di inizio Novecento, con il tributo a Lenny Tristano, l'italoamericano fenomenale con i tasti bianchi e neri.
"Antropofagia" invece è cruda, secca. Una provocazione spietata per la mente. Una strega si dilunga con il nostro orecchio/mente in cripitichi discorsi di tempi arcani. Giunge, nel mezzo. la contemporaneità e il realismo degli sprazzi schizofrenici di pianoforte.
Fuggiamo nella spirale della fantasia o ci accontentiamo della prudente realtà?
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