Sogno.

Un cavalcavia deserto, la strada di sotto, il sole, un po’ di vento.

Sogno.

Nel nulla, dove c’è tutto.

Un unico pezzo, quaranta minuti.

L’elettronica traspira e fluttua dalla strada cotta dal sole.

Placide onde chitarristiche scompigliano e rivoltano, passano e ripassano, assecondano e interrogano i miraggi che nascono e muoiono.

Io sogno dal cavalcavia.

Sogno di tutto, in quanto non c’è nulla.

Dettagli concreti si insinuano a mezz’aria: viti che tirano, vetri che scricchiolano, forse rintocchi che giudicano.

Io sogno.

Mi nascondo nel nulla, aggrappandomi a tutto.

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