Nelle prossime righe si argomenterà come "Terror Twilight" sia da considerarsi, al contrario dell'opinione consolidata, il miglior disco dei Pavement.
Già, perché se, nel precedente album, i nostri potevano cantare "We are underused", beh, potevano solo biasimare se stessi. Perché? Perché i dischi dei Pavement sono così, pieni di buone idee, di ottime idee, che dico, idee geniali, spesso però buttate lì con una certa noncuranza, sbadataggine, sufficienza e quindi il più delle volte non completamente sviluppate.
Invece già dal titolo del quinto pezzo di questo disco, "Major Leagues", i nostri sembrano dichiare di voler giocare il gioco dei grandi, di prendersi sul serio e di voler fare le cose per bene. Accade così che tutte le tracce di "Terror Twilight" siano estremamente curate e davvero nulla è lasciato al caso. Cosicché anche i più intricati capricci vengono pienamente declinati in senso musicale invece che psicologico.
Le prime cinque canzoni funzionano come un lato A di una volta, aperto e chiuso da due pezzi, "Spit On A Stranger" e la summenzionata "Major Leagues", in cui i Pavement dimostrano, con un po' di sale e pepe, di poter rendere appetibile e interessante anche la più semplice e orecchiabile canzone pop. In mezzo troviamo tre pezzi per tre generi musicali diversi, sulla scia di quell'ecclettismo che contraddistingue i Pavement: la splendida "Folk Jam", un folk da non far rimpiangere "Range Life", il jazz sofisticato di "You Are The Light", il blues/rock di "Cream Of Gold".
Il lato B è meno lineare, anche perché il trapasso da una genere musicale all'altro avviene spesso, sapientemente, in una singola traccia musicale, come in "Billie" che alterna una strofa pop e un ritornello corale, o "Speak See Remember", che parte con un quieto lounge jazz, muta in pop allegro e ottimista e finisce con un hard rock serrato e pugnace. Le altre canzoni non sono meno interessanti, a partire dallo swing/rock/blues di "Platform Blues" il lounge pop/jazz delicato di "Ann Don't Cry".
Il disco termina con la psichedelica "The Hexx", che ricorda da lontano le progressioni arpeggiate dei Beatles di "Dear Prudence" e "I Want You/She's So Heavy, e il divertente pop di "... And Carrot Rope".
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