E così, con un immaginario cappello da cow-boy in testa, me ne vado a cavallo di un sabato di sole, e canto, canto, faccio anche il coro..
Il ’95 è stato un anno speciale, sono successe tante cose, non c’è che dire, giusto per fare qualche esempio (senza ordine di importanza):
- Viene pubblicato “Mellon Collie and the Infinite Sadness” degli Smashing Pumpkins
- Jacques Chirac viene eletto Presidente della Francia
- Austria, Svezia e Finlandia entrano nella UE
- Lo statunitense Space Shuttle per la prima volta si aggancia alla stazione spaziale russa MIR (bei tempi...)
- Viene fondata eBay
- Viene commercializzata in Europa la prima PlayStation della Sony
- Il premier israeliano Rabin viene assassinato da un estremista contrario al processo di pace israelo-palestinese
Ed ancora, i Pavement pubblicano “Wowee Zowee”, e, dimenticavo, piccolo dettaglio secondario, io mi sposo, giusto qualche mese dopo la pubblicazione dell’album, di cui, allora, non conoscevo neanche l’esistenza, come dei Pavement del resto.
Qualche giorno dopo le nozze mi imbarco su un volo intercontinentale, destinazione Caio Largo, Cuba.
Il viaggio è lungo, molto lungo, ascolto musica, leggo una rivista (che forse conservo ancora) in cui c’è un intervista doppia a Daniele Silvestri (è stato a Sanremo ed ha da pochi mesi pubblicato Il suo secondo album “Prima di essere un uomo") e Samuele Bersani (che ha da poco pubblicato “Freak”).
Leggo “Quella vacca di nonna papera” di Bisio, e rido come uno scemo ad ogni stupidata letta (allora lo sapevo fare).
Ogni tanto dormo, mia moglie affianco guarda dei film tramessi sui monitor presenti in aereo.
Il viaggio è lungo, molto lungo.
Finché siamo sull’Europa, sulla terra ferma, il tempo di volo sembra passare. Il dramma davvero inizia quando arriviamo sull’oceano e, non essendoci film sul grande monitor vicino alla cabina, si vede sempre e solo un puntino (il nostro aereo) che sembra fermo in mezzo al nulla..
Il la-si, la-si, la-si di “Grounded” mi ricorda un un orologio che batte il tempo, canzone con una malinconia nascosta che non riesco a decifrare.
Non ricordo cosa sognai durante quel lunghissimo volo nelle mie ore di sonno, forse di riuscire a rendere sempre e soltanto felice colei che mi stava affianco.
Oppure, come ne “Il sogno di Pedro Henríquez Ureña” di Borges qualcosa di molto diverso, almeno così pare, che ho dovuto dimenticare perché il destino si compiesse (so che non sarà così).
Oggi che lo ho scoperto, con un leggero ritardo di ventisette anni, non tutto di “Wowee Zowee” (album Zappiano dei Pavement) mi appassiona, pur riconoscendone il valore ormai riconosciuto da tutti, ma alcune cose mi “commuovono”, forse perché so che ha la stessa età del mio matrimonio.
Ha quel sapore di viaggio, non necessariamente in aereo, forse più in auto, con il tetto scoperto, penso a "Black out" e soprattutto a “Grave Architecture” (titolo misterioso ed esoterico, forse il viaggio non c’entra nulla).
Siamo arrivati quasi a destinazione.
Ed allora mi immagino in volo su quell’aereo intercontinentale, in quell’estate del 1995, che canto “Forse qualcuno mi salverà, il mio cuore è fatto di salsa..”, ascolto in cuffia “AT&T”, canzone dei Pavement uscita in quell’anno che in verità conosco solo da qualche giorno ma che era perfetta per essere conosciuta allora.
Ad un certo punto la canzone si confonde, si accavalla, una voce, poi un frastuono di suoni e voci, forse si riavvolge tutto, poi un conto alla rovescia, “one, two, three….”
Appena terminato mi alzo dal mio posto a sedere, apro l’oblò fra lo sgomento degli altri viaggiatori, mi affaccio e tiro fuori un urlo, che non sapevo di avere in corpo.
“WHYYYYYYYYYYYYYY?????????? HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHH!!”.
Attraversa il tempo e l’oceano, dopo aver superato indenne anche il Triangolo delle Bermude, arriva in Europa, sorvola la Spagna, la Corsica, arriva in Italia, arriva qui mentre scrivo.
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