Mezza banale e mezza magica, ecco a voi Emily Small, ragazza floreale della porta accanto.
Appare su uno sfondo giallo (spento e acceso) (acceso e spento). E la scritta psichedelica d'ordinanza che campeggia in rosso sui lunghi capelli ci dice che, pur piccola piccola, il suo mondo è enorme
E io mi chiedo: (Uno) ma quale incanto fa si che tale mondo si possa racchiudere in luminosi (luminosissimi) bozzetti da due soldi? (Due), ma, santa polenta, si chiamavano tutte Emily?
Che, immagino, le altre, le altre Emily intendo, intrigavano anche voi, vero? Tipo quella delle rose o quella che guardi giocare? Perché, se si, questo è un disco che fa per voi. Soprattutto se vi piace l’Emily uno, quella delle rose e dei morti viventi. Anche se qui non c’è tutto quel rococò (no no no) né tutta quell’ubriacatura da rosolio truccato. Cioè, ce n’è giusto un pochino…
Se poi volete qualche riferimento in più, vi dirò il Donovan più cristallino, i Beatles lato Macca, un po di Simon & Garfunkel oltre, beninteso, qualche pagina presa a caso dal bignamino in voga ai tempi. Ecco, i nomi ve li ho messi.
Ma vi dirò anche che questo è un disco che preziose caratteristiche sue proprie ha...e che senza troppi sbalzi e stranezze scorre liscio/liscio fluido/fluido.
Ah, è stato bello scoprire questo capolavoro dimenticato. Che quando io sento e vedo profumi e colori sixties, mi prende una specie di euforia. Che è poi l’euforia di star nel proprio brodo. Un brodo di delicatissimi (e morbidi/morbidi e soffici/soffici) quadretti folk pop appena appena spruzzati dalle buffe linee musicali rococò in voga ai tempi. Qualcosa tra la grazia del mattino e la malinconia del pomeriggio.
Vi lascio con un track by track/gioco dell’oca…
La casella uno è puro Macca (ma facciamo un Macca più sottile e più aereo), la due si spinge in Donovan Valley ed è talmente bella che starete fermi un giro...La casella tre è un soffio di psichedelia smaccatamente espansiva e quindi volerete (oh si volerete!!!)...
Volerete!!! Saltando quindi alla casella sette, o nove o undici, ovvero nell'incantevole incanto a caso di quelle che non sono che semplici canzoni…
'E una grande dea, eppure non sembra che una dolce ragazza di paese” diceva Cesare...
E, se non diceva proprio così, comunque il concetto era (ed è) quello.
Se poi vi va di scoprire il resto non dovete che ricominciare il gioco…su, tirate i dadi!!!
Aloha...
Carico i commenti... con calma