Si può essere smandrappati e insieme quasi eroici?

Si può sbattere la bellezza oscura in faccia al mondo, così come se niente fosse?

Qui a traccia sei si sfiora la trascendenza e la realtà -il solito ben assestato pugno nello stomaco- si trasfigura in qualcosa di irraccontabile.

Un tremolante banjo di folle dolcezza, la voce sfanculata della solita stoned ballad. Poi, sull'ultimo qualcosa che resta, un sax free totalmente magico e incoerente se ne sta li quasi fosse la definitiva apparizione dell'incongruo, del fuori posto, del fuori sede.

Brilla di una luce intermittente come un giocattolo marziano. Forse è il monolite degli smandrappati.

E comunque...

Una manciata di ballate dalla dura scorza, scintille bianche nel cielo bianco. Esser fottuti è una specie di estasi. una faccenda di melodie disturbate in lenta deriva.

Un sostrato estenuante di nebbia e di blues. Costante implosione dove il brodo si allunga in un' epica del segno meno travestita da grande sonno.

E comunque, tanto per dire ancora qualcosa, traccia tre è il Syd più apatico, ma in versione opera al nero.

Traccia cinque un organino sempre sul punto di sparire e storpiato da chissà che.

Ma tutto prende allo stomaco dall'inizio alla fine.

Tutansued seven, chissà dove, chissà perché...

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