C'era una volta il supercafone.
Siamo nell'estate del 1999, quando un quasi sconosciuto "rapper" romano di nome Piotta inizia a far parlare di sè. Le radio e le tv cominciano a trasmettere a ripetizione un brano (se così può definirsi) che diventerà tormentone di quell'estate, con tutta la sua carica trash, squallida e piuttosto desolante. (salverei solo gli spassosi scambi di battute nel video con Mastandrea). Così raggiunse il successo, diventando un'icona del mondo coatto e non solo.
Facciamo un salto di qualche anno.
Siamo nel 2003, siamo sempre a Roma, quando un tale di nome Roberto Angelini scrive un'altra delle pagine più trash del nostro mondo musicale: il brano stavolta è "Gattomatto", strazio di quell'anno e apripista per il cantautore.
"Supercafone" vs "Gattomatto", una sfida fra colossi dello squallore. Ma... nella vita c'è sempre modo di redimersi, riabilitarsi e infine riscattarsi.
Anno 2009.
Dopo aver pubblicato qualche altro album, sicuramente più dignitoso di quelli d'esordio, i due ritornano.
Roberto Angelini con "La vista concessa" e Tommaso Zanello (questo il nome all'anagrafe) con "S(u)ono diverso".
Senza esagerare,"La vista concessa" è uno dei migliori album italiani del decennio, consiglio l'ascolto a chi ancora non l'avesse fatto. Un lavoro che non solo ha dato lustro alla musica italiana, ma che ha consacrato Roberto Angelini come uno dei migliori cantautori moderni.
"S(u)ono diverso", anche se certamente inferiore, riesce nello stesso fine: cioè far dimenticare gli esordi da supercafone ed apprezzare il nuovo modo di fare musica del Piotta.
Premete play e ve ne accorgerete. La title track, è solo la prima delle 12 dichiarazioni di cambiamento. ("Quello che pretendono è quello che non do, perché sono lo stesso e suono diverso"). E' un Piotta che non ti aspetti, che non ha voglia di giocare, le sue rime sono graffianti o sarcastiche e non scivolano mai nel banale. Affrontano temi importanti. Il razzismo in "Scappa", introdotta dalle parole di un ragazzo di colore pestato a sangue dalla polizia, la politica in "Sabotaggio" (feat. Rezophonic) e "A testa alta"(feat. Ska-p); il disprezzo unito alla derisione per il mondo televiso in "Ti amo, ti odio" (feat. Andrea Ra)
Il sound è particolare, non è hip hop, non è rock... è stato definito post rap, ma non è importante etichettare. Ma è fondamentale il risultato: un cocktail di rap, rock ed elettronica che va giù che è un piacere. La metamorfisi è stata probabilmente influenzata dal Warped Tour negli Usa, in cui Piotta è stato il primo ed unico italiano ad essere presente al grande evento americano, che ospita annualmente gruppi punk rock, alternative rock, emo, post hardcore e christian rock.
Il brano più toccante è indubbiamente "22 - 05 - 08" (prodotta dagli Assalti Frontali), dedicato ad Alessandro e Flaminia, le due giovani vite distrutte da un pirata dalla strada , proprio a pochi metri dalla casa dell'artista :
"E quel funerale era un matrimonio e se Dio ci assiste passerà anche l'odio, ed era così vero come fossi io, come se quel figlio fossi stato io. Come fosse mio pure quell'amore e quell'età che poi ti sembra la migliore, che ti guardi attorno e credi alla giustizia, al bene, alla pace, al futuro che arriva, all'amore eterno e forse questo è vero... quando di mattina vi vedeste in cielo belli come sempre, belli come il sole come in quella foto sopra al Messaggero. Ed il tuo cuore batte e non si ferma adesso e tu lo puoi sentire con le mani al petto, questa è per voi che non ci siete più, la meglio gioventù che guarda da lassù".
Da segnalare anche "Stiamo tutti bene", che vede il supporto di Roy Paci, una dichiarazione piena di rimpianti... ricordi che fanno male, ma che l'ottimismo ha fatto superare. Uno dei brani migliori di questo album. Un album che ha qualcosa da dire, benfatto, gradevole e che risulta più che mai attuale.
Il supercafone non c'è più, starà rincorrendo qualche gattomatto.
Chiudo ancora con le parole di Tommaso Zanello aka Piotta, tratte da "Un'altra volta".
Per me ce l'hai fatta fratè.
"Quante le cose che io cambierei e quante quelle che farei, se io potessi ritornare indietro. Quante parole che io non direie quante poi ne griderei, un'altra volta di nuovo colpendo più forte. Felicità questo è quello che voglio, quanti sbagli solo per orgoglio, sopra questo foglio ora mi confesso e faccio ancora in tempo a dare ancora un senso.".
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