Già l'ho scritto e già l'ho detto molte volte: il 1993 è stato un anno spaventoso, disturbante, micidiale dal punto di vista delle uscite discografiche targate Death Metal et generi similari. A memoria, ormai fallace ma non troppo, mi vengono in mente Death, Morbid Angel, Carcass, Pestilence, Atheist, Sepultura, My Dying Bride, Cynic, Entombed, Dismember, Katatonia, Anathema. Tutti lavori che hanno enormemente contribuito a danneggiare il mio apparato uditivo (e non soltanto quello di apparato...). E tra queste devastazoni uditive bisogna annoverare anche i terrorsti sonori Pitch Shifter che pubblicarono, sotto la sicura guida della label "Earache Records", il loro secondo lavoro sulla lunga distanza.
Si formano a Nottingham nel 1989 guidati dai giovanissimi fratelli Clayden. Pubblicano il primo grezzo e non ancora del tutto a fuoco primo lavoro Industrial nel 1991; poi è la volta del capolavoro Industrial-Death Submit dell'anno seguente. Un mini album che per me rimane ancora il loro vertice non più raggiunto, nemmeno da Desensitized.
Ci troviamo dinnanzi ad un concept album inerente la disumanizzazione della società umana con uno scopo ben preciso: ridurre tutti in schiavitù.
Dodici brani con alcuni brevi spezzoni parlati della durata di pochi secondi.
Con un uso sempre maggiore della sperimentazione a livello sonoro; aumentano a dismisura le parti campionate, elettroniche.
Si affidano ad una batteria umana squadrata, tagliente, secca, martellante.
E' il suono imperioso, onnipresente, ciclico di un basso a dettare le trame iniziali di ogni singola canzone; vengono aggiunti nel crogiolo siderurgico assordanti rumori di chitarra dai toni ribassati alla Godflesh. La voce di uno dei due fratelli Clayden si avvicina in alcuni frangenti a quella del profeta Al Jourgensen dei Ministry. Termini di paragone schiaccianti, importanti per un disco che a pochi istanti di tregua.
Un martellamento continuo, incessante con un riuscito tentativo di dare un'impronta "di facile ascolto" rispetto ai sulfureo mini LP dell'anno prima.
Proseguiranno la carriera abbandonando quasi del tutto il Death-Industrial; Dub e loop elettronici diventeranno gli ingrendienti principali degli altri album pubblicati a seguire. Non sarà più la stessa cosa per me.
Ad Maiora.
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