A due anni di distanza dal successo di "Uomini soli" e galvanizzati dalla vittoria di Sanremo, i Pooh ritornano nelle loro vesti abituali di "mestieranti itineranti" sfornando un lavoro che a tratti riprende il precedente. Il singolo di lancio nonché title-track è la logica continuazione di "Uomini soli", ma questa volta si descrivono una serie di situazioni drammatiche, una ragazza incinta, una signora con un figlio difficile e un bambino, per poi sfociare nello speranzoso ritornello "Ma il cielo è blu sopra le nuvoleeee". Impossibile non trovare un punto di contatto con "Ma il cielo è sempre più blu" di Rino Gaetano. Le altre tracce più interessanti sono "Stare senza di te", la prima "Canzian song" che descrive perfettamente il lungo percorso di separazione dalla ex moglie per la nuova compagna Bea; la latineggiante "Maria marea", con un Dodi acustico ed intrigante; la splendida "50 primavere", che Stefano D'Orazio dedica ai genitori in occasione dei 50 anni del loro matrimonio; e il divertissment di "In Italia si può", canzone satirica con la collaborazione dei Piccoli Cantori di Milano, che non cade nell'impegno politico tout court. Le altre tracce non sono allo stesso livello, e forse qualche brano è riempitivo.

Da segnalare che questo disco sarà l'ultimo dei Pooh ad uscire in vinile, supporto ormai decadente a inizio anni '90, e che ai fiati c'è Demo Morselli, un fiatista che forse meritava altri scenari rispetto a quelli della domenica pomeriggio televisiva.

Essenziale la copertina: una pennellata blu su fondo bianco.

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