Sono poche le parole utili per descrivere Parsifal. Ispirato all'omonimo capolavoro wagneriano, i Pooh sfruttano tutte le loro capacità strumentali (il ricco angolo tastiere da gruppo progressive di Facchinetti, le chitarre distorte di Dodi Battaglia, un D'Orazio più tecnico del solito ma comunque non brillante e Red, il nuovo bassista, perfettamente adagiato su questo brano che lo riporta alle sue origini da rockettaro di campagna). E così l'inno alla pace del cavaliere wagneriano colpisce tutti con melodie raffinate, purissime e suonate in maniera non perfetta (una sorta di rock distorto fuso insieme con la musica classica e con il pop sinfonico allo stesso tempo) ma quasi dai Pooh, abbigliati con maglie di ferro e stivali da combattimento. Ma Parsifal non è solo la suite strumentale omonima che chiude l'album: nel disco non mancano vere e proprie canzoni d'amore "evolute" rispetto al classico stile Pooh (messo in pratica nell'album "Alessandra" ) come "Io e te per altri giorni" o la fiabescamente ambientata "Lettera da Marienbad". E Valerio Negrini, che ci vedeva lontano, aveva deciso di parlare di omosessualità già nella fantastica "Lei e lei". Altra perla dell'album è "L'anno, il posto, l'ora", meravigliosa canzone con un testo di grande impatto (ho conosciuto molti che, nel sentirla, hanno creduto che il testo fosse di Dalla o Guccini) e una musica molto interessante che ha saputo entrare nell'animo di molti fan esperti del gruppo italiano come e più di Parsifal. Per Parsifal posso spendere solo buone parole, credo che sia il simbolo dell'evoluzione dei Pooh, gruppo che, nonostante le critiche, ha saputo farsi strada, prima con gli aiuti di Giancarlo Lucariello e di un direttore d'orchestra del calibro di Franco Monaldi (la cui orchestra fa parte dei 10 motivi per cui comprare questo disco) e poi evolvendosi sempre di più, talvolta sbagliando (o abbassando molto il livello) e talvolta passando alla storia. Promosso, uno dei migliori album progressive/sinfonici della storia italiana e molto interessante anche di fronte alle perle del prog inglese.
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