Caustico: sostanza che provoca la necrosi di tessuti organici (Treccani, Enciclopedia).

Come descrivere il sound di quel che è forse l'album più pesante del 2017 (senza cadere nel ridicolo)? Beh, mettiamola così: qualche tempo fa, da queste parti, è passato quel cencio di white trash noto come Vermin Womb. Ecco: prendete la musica dei Vermin Womb - che coi nostri condividono il "cantante" ELM - e rallentatela di una ventina di volte: avrete "Caustic" dei Primitive Man.

Sì, ma io mica li conosco i Vermin Womb, brutto sciocchino testa di sterco, quindi che cacchio me lo dici affa'? Mannaggia mannaggiona! Allora ci riprovo: i VW sono alfieri di un Deathgrind spietato e marcio come pochi, intessuto di riff Black metal. Qui il Death diventa Sludge, il Grind diventa Doom; e già che ci siamo, sennò non si fa festa, ci iniettiamo pure un po'di Noise. E va a finire che le perverse sferzate dei Womb precipitano sul fondo e si condensano in un magma immane, mastodontico, esiziale.

Una distorsione di chiara marca Sludge e poi il via alle danze: danze malate, catacombali. Una pesantezza soffocante, una macchina di tortura uditiva: nell'opener "My Will" sembra già di sentire le campane del proprio funerale; un incrocio bestiale tra Esoteric, Shining e Eyehategod. Siamo d'accordo, è un sincretismo di generi non molto originale, ultimamente: ma qui è interpretato in modo clamoroso. La traccia seguente, "Victim", contiene alcune delle poche accelerazioni del disco, e il contrasto con le parti lente è un'incudine che piomba sulla schiena dal sesto piano, mentre il growl atroce di ELM, coi suoi "GUUU" caratteristici, trapana la vostra povera testa. Siamo solo al terzo brano, "Caustic" (dove sembra che la pelle si accartocci), e già ho la spina dorsale frantumata.

La ciclopica "Commerce" racchiude un cuore Drone quasi ascetico, che quando pulsa vi strappa le vene; le seguenti "Lepid", "Sterility" e "Sugar Hole", passando per l'intermezzo "Ash", sono altri tre bagni nell'acido muriatico, sono la palla di piombo della cover che si abbatte sul vostro cranio scoperto e indifeso. Vabbè, ma sarà ben finita, no? Vi piacerebbe: "The Weight" (qui niente anticipazioni...) è l'introduzione opportuna a "Disfigured", un'interminabile serie di bastonate in pieno volto; sembra di sentirla, la mazza che vi toglie brandelli di carne viva, mentre il Noise della lama che incide il vostro nervo ottico fa la sua entrata spaventosa. È la fine, sono dissolto, annichilito, percosso, dissanguato, è inevitabile: come "Inevitable" è il titolo del prossimo terrificante brano, smanioso di cuocere a fuoco lento i vostri ultimi resti. L'eccidio è compiuto; c'è giusto spazio per "Absolutes", dove sembra che il gruppo cazzeggi a vuoto, ma... ma...

Un'ulteriore estremizzazione del loro esordio "Scorn", già pesantino. L'unico difetto? Per me, l'assenza dei sample parlati.

Un concentrato più denso della melassa; una voragine d'odio, di follia, di risentimento, di disgusto verso la schiavitù del capitalismo e la società. Non c'è coraggio nell'odio, diceva Ian MacKaye: e infatti io di coraggio ne ho ben poco... ora sono solo, nudo, ho freddo, sono viscido come una limaccia e sento tanta, tanta paura...

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