Pulp fiction e Le iene, sono tra le migliori e innovative pellicole degli anni novanta.

Pulp Fiction.

Due delinquenti da strapazzo consumano la colazione in un fast food, parlando come ogni coppia di fidanzati. La romantica Honey Bunny, ascolta rapita quello che dice Pumkin, infine decidono di rapinare il fast food. Prima di mettere mano alle armi si baciano... la scena si interrompe per mostrare il titoli di testa, accompagnati dal brano strumentale "Misirlou".

Già da questa scena, Tarantino ridisegna i modelli tradizionali dei gangster movies, inserendo cliché personali nell'arte del dialogo. Dialoghi intrisi di ironia e sottile umorismo nero. Dopo Jean Luc Godard, realizza la sua personale svolta stilistica nel genere, attingendo alla produzione letteraria "pulp" anteguerra, costruita più che altro sulla violenza. Sostenuto da una brillante colonna sonora e dalla forza tragicomica degli attori, Tarantino ha scritto una sceneggiatura che si distingue non solo per leggerezza, ma anche per la capace costruzione drammaturgica, di ammirevole coesione e ritmo. Raccontare interamente la trama, è impossibile e anche superfluo, perchè la parte importante del film è la caratterizzazione dei personaggi e lo sguardo caricaturale che il regista riesce a trasmettere a tutto il lavoro. La pellicola non offre interpretazioni del bene e del male, i sicari sono come gli eroi dei cartoni animati, semplificati e costruiti con personalità inattendibili. Ogni scena sta in piedi da sola. Così Tarantino per mantenere vivo l'interesse dello spettatore, mescola le carte invertendo l'ordine temporale, ma alla fine, i pezzi si possono combinare insieme coerentemente. I gangster non si affaccendano solo in questioni da criminali, prima di compiere nefandezze, parlano dei fast food in Europa, di massaggi ai piedi, dell'Olanda. Questi dialoghi dai risvolti umoristici, sono il filo conduttore di tutta pellicola, così che, i "cattivi ragazzi" che ammazzano senza farsi scrupoli, sono rappresentati in modo da suscitare simpatia. In un mondo esasperato, nel quale la cattiveria appare di una banalità sconcertante, Tarantino smantella la visione rigorosa dei gangster movie precedenti, alcuni apprezzabilissimi, però tutti seri e disciplinati nel raccontare i fatti.

Le varie storie sono descritte da una manciata di attori. L'improbabile coppia di Killer Jules e Vincent, che dopo aver recuperato una misteriosa (e maledetta) valigetta per conto del loro boss Marcellus, Vincent (John Travolta) sbadatamente spara in faccia ad un giovane insozzando l'automobile, Mia, la donna del boss dedita agli stupefacenti, che va in coma per aver scambiato l'eroina con la coca, i già citati Honey Bunny e Pumkin che si guadagnano da vivere rapinando quello che capita, il pugile Butch che anzichè andare per terra in un incontro truccato, decide di non stare al giuoco, The Wolf (Harvey Keitel), quello che risolve le situazioni. Il film termina nel fast food dove è iniziato, mentre Honey Bunny e Pumkin tengono in scacco i clienti ed il personale, se la devono vedere con Jules (samuel l Jackson), un killer moralista, che uccide senza rimorso, ma cita spesso passi della Bibbia.

La pellicola di Tarantino è stata una iniezione di adrenalina nel cuore del cinema d'intrattenimento.

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