Finalmente sono riuscito a trovare il disco, dopo averli già visti dal vivo.

La copertina mi tira fuori dai piú lontani recessi della memoria i pittori romantici inglesi Constable e Turner (giuro!), per la cura e l'abilità nella rappresentazione della luce.
Poi cerco nel booklet e scopro che invece è una fotografia, forse di un'aurora boreale?

Il disco è molto bello ma non è nuovo. Cosa mi ricorda? Ci ho pensato a lungo, ma il referente è di una ovvietà disarmante: gli 808 State della prima ambient inglese circa 1989.

Per l'uso delle melodie "melodiche" che facevano, mentre gli Orbital e gli Orb, nello stesso periodo erano sempre piú puri e minimalisti, gli uni kraftwerkiani e gli altri con influenze dub.

Nulla di nuovo dunque, ma allora da dove arriva tutto l'hype, il rumore? Forse perché di loro non si sa quasi nulla (pure dopo alcune ricerche non riesco a distinguere Svein da Torbjörn), forse perché sono norvegesi di Tromsø ed incidono a Bergen.
Sono esotici.

Ma anche perché è un bellissimo disco. "Eple" è grandiosa con quei giri leggeri e sbilenchi, dispari, che non si chiudono (puro e semplice 808 State). La rilettura consiste semmai nei bassi piú pesanti e l'uso piú esteso delle voci.
"Sparks" è mobyana, con Anneli Drecker che canta con voce riverberata e leggermente distorta, con l'effetto vintage di "Play", canzone con un bel mood.
Poi c'è "Poor Leno" con le vocals di Erlend Øye, che dal vivo si cantano da soli attraverso il vocoder, episodio piú riconoscibile in senso pop del disco, ma anche piú brutto.
"Remind Me" altra canzone di struttura pop, sempre cantata da Erlend Øye che ricorda il sinth pop degli inglesi Beloved.

Il resto è ambient di prima maniera, bello, curato nei bellissimi suoni analogici (Roland 808 e 909) incrociati con quelli digitali, nei ritmi delicati.

Non c'è altro da dire.

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