No. Non ho nessuna intenzione in questo momento di provare a parlare dettagliatamente di un musicista così importante e di una figura così imponente come quella di Rhys Chatham e dell'importanza che questi ha avuto nel corso degli anni per quello che riguarda la musica minimale e d'avanguardia. Non lo farò e non perché io non ritenga questa cosa possa essere interessante (invece sì, eccome), ma perché ritengo che ci vorrebbe veramente tantissimo tempo e spazio a disposizione per farlo e soprattutto ci vorrebbe un patrimonio di conoscenze che sinceramente e umilmente riconosco di non avere.
Rhys Chatham ha alle sue spalle una carriera lunghissima (parliamo di più di quarant'anni di carriera). Dopo aver cominciato come suonatore di flauto, colpito dall'interesse per la rock'n'roll music e in particolare per i Ramones, cominciò a suonare la chitarra elettrica e da quel momento in poi a lavorare sulla musica cercando di associare e di fare incontrare il suono così classico e in qualche modo formale e 'scolastico' di uno strumento come il flauto con la furia e l'impetuosità della chitarra elettrica.
Di recente ho scritto dell'ultimo lavoro di Jozef van Wissem e di come questi abbia cercato con il suo lavoro di introdurre uno strumento come il liuto in quella che si potrebbe definire una dimensione più popolare. Nella pratica, ma solo apparentemente, sembrerebbe che Chatham faccia la stessa cosa da quarant'anni. Solo che in realtà, molto più di questo, egli ha esplorato il suono in tutti i suoi aspetti e dimensioni e non solo cercando in questo modo di sperimentare, ma proprio arrivando a cocnepire la musica come qualche cosa che sia una forma d'arte concettuale e profondamente visionaria e come tale non solo qualche cosa che vada ascoltato, ma una vera e propria esperienza sensoriale completa.
'A Pygharorean Dream' è il suo ultimo disco, esce a distanza di tre anni dall'ultimo e come ci si potrebbe aspettare non si tratta ovviamente di qualche cosa tipicamente easy-listening, ma invece di un altro disco di sperimentazioni minimaliste e di un viaggio criptico in nuove dimensioni del suono. Il disco è stato rilasciato via Foom Music e è stato completamente suonato, prodotto, registrato e mixato dallo stesso Chatham. Consiste sostanzialmente in due parti, due lunghe composioni di circa venti minuti, che sono in qualche modo diverse l'una dall'altra e questo perché diversi erano i propositi e gli intenti dello stesso Rhys Chatham per come le ha concepite.
La prima parte consiste fondamentalmente e si basa sul suono della chitarra e nella volontà di Rhys Chatham di sperimentare in un genere che è quello che viene definito come primitivismo americano, quindi implementando il suo stile chitarristico con elementi tipici del finger picking e inspirandosi fondamentalmente a uno dei suoi punti di riferimento da sempre e uno degli eroi dei suoi anni da ragazzo, John Fahey. L'intro della canzone è accompagnato dal suono della tromba, l'impeto e la forza della composizione sono qualche cosa di evidente sin dalle prime battute: siamo praticamente coinvolti in quello che appare una specie di antico rituale, un mantra, sembra quasi di potersi vedere mentre voliamo a bordo di un aeroplano e sotto di noi infuria il mare in tempesta. Qualche cosa di vicino e allo stesso tempo di troppo lontano e che non possiamo toccare con mano, chiusi come siamo all'interno dell'abitacolo.
A questo punto subentra il suono inconfondibile dell'e-bow e veniamo calati via via in un'atmosfera sempre più esoterica, vivendo esperienze spirituali interiori e arrivando così alla seconda composizione, quando Chatham introduce il suono del flauto, in quello che è per lui un solito ritno, e trasmette negli ascoltatori una specie di senso di ansietà. Ascoltandone il suono, è forte la sensazione di essere prossimi al momento in cui possa succedere qualcosa. L'imprevisto diviene prevedibile e finalmente accade: la composizione finisce, frana su se stessa con l'esplosione di un suono di chitarre che suonano come le campane di una chiesa e odiano il rivebero delle persone che sono andate e delle loro anime perdute che risuonano dal fondo di un lago ghiacciato di una piccola cittadina persa in una località remota e perennemente innevata.
Che altro aggiungere. No, questo ovviamente non è un disco di pop music, ma non è neppure un disco di musica classica. È semplicemente avant-garde e minimalismo. Prendere o lasciare. Se amate il genere, prenderete sicuramente. Se non vi piace, prendete comunque. O almeno fate un tentativo. Un sacco di band come i Sonic Youth, gli Swans, i Godspeed Black Emperor! del resto hanno sempre guardato a Rhys Chatham come un punto di riferimento e una fonte di ispirazione. Fate lo stesso con la sua musica e approcciate a questo disco come se stesse facendo lo stesso con uno dei lavori delle band sopra citate.
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