A questo punto i (pochi) lettori delle mie recensioni avrebbero pensato (sperato? Temuto?) che finalmente mi avventurassi nella recensione di "Heartbeat City" del 1984, probabilmente il disco più famoso dei Cars fuori dagli USA. Ed invece prendo tempo con un po' di sacrosanta paraculaggine, e recensisco il primo album solista di Ric Ocasek, datato 1982.

Come ho già scritto, dal '78 all''81, lui ed i suoi Cars hanno sfornato ben 4 album consecutivi, e questo lavoro, per Ocasek - autore di tutte le canzoni dei Cars - rappresenta dunque il quinto consecutivo in 5 anni. Ma non basta: in quel periodo lo smilzo Ric ha persino prodotto un mare di dischi, tra i quali il secondo dei Suicide ed i primi lavori del True American Hero Alan Vega...

Insomma, ad Ocasek, dopo tanto lavorio, la consapevolezza di trovarsi ancora affisso sulla parete della cameretta di una ragazzina brufolosa insieme ai suoi 4 friends piace ancora, si, ma comincia a non bastargli più. Per questo, parallelamente alla produzione firmata Cars ha intrapreso un percorso musicale più misterioso, alternativo, per questo l'approccio con i Suicide appunto, per questo ancora "Shoo Be Doo" si trova inserita in un disco new wave quale "Candy-O"... Ci provò, Ric, a far convergere le due metà di se stesso nello stesso album, in "Panorama", ma il tentativo fu timido e non riuscì, e rischiò di rovinare il "buon nome" e far perdere le royalties che una band di successo come i Cars si erano conquistate con due splendidi dischi stracarichi di hit. Si accorge, fors'anche, Ric, che il variegato contenitore musicale The Cars non è sufficientemente variegato per contenere tutto il suo gusto. Ed alla fine si convince che se vuole osare con la musica è meglio che lo faccia a suo nome, senza pertanto mettere a repentaglio il tenore di vita da rock star degli altri 4 comprimari.

In "Jimmy Jimmy" le keys fanno tutti gli strumenti, il solito programmino è la batteria, ed un robot prende il posto dei carschoruses. E' nella struttura la copia gemella della canzone "Panorama", ma il suono è più aperto, approcciabile ad orecchie non allenate. "Something To Grab For" invece è una perfetta carsong, e paraculosamente fu il singolo del disco, tra l'altro anche singolo di grande successo. Qui però manca lo spessore musicale dei Cars. Sarebbe da immaginarsela, questa carsong, suonare col carsound. "Prove" è finalmente il primo brano a non somigliare a nulla prima: il risultato è quasi funky nelle strofe, molto soffuso nel ritornello, molto (moltissimo) lontano dal rock quando viene fuori quel sassofono... Continui ad ascoltare il resto del brano e ti chiedi se quello lì sia Ocasek... "I Can't Wait" è la sua canzone giocattolo serrata in tessere di puzzle e rimontata secondo il gusto di un angioletto del presepe. "Connect Up To Me" è un pezzo al tempo stesso arioso e serrato, ed il tutto praticamente grazie solo alle tastiere. Addirittura 7 min e 40 di brano che ti mostra che dentro allo scantinato ci può anche stare un cielo in cui sfrecciare.

L'inizio di "A Quick One" ti sembra sufficientemente palloso per lo skip, ma se hai il briciolo di pazienza che serve a Ric, eccolo che parte con quella bella canzoncina che sembra proprio una tipica delle sue... Ma qualcosa è proprio cambiato, e Ric decide di non ricadere nei suoi stessi cliché... Tutto fin qui è orecchiabile senza per nulla essere sempliciotto. Da qui in poi il disco rallenta (il famoso "effetto lato b").. "Out Of Control" ha un'impiantistica sonora abbastanza lunare su cui Ocasek dà sfoggio di un'interpretazione eccellente (!) Il ritmo s'è abbassato, dicevamo, ma niente noia, anzi forse si fa ancora più interessante, perché scema di "esigenze da 45 giri"... In "Take A Walk" ci si fa una passeggiata, appunto, su una strada fatta di tasti, e ad ogni tasto, ad ogni passo, sbuca fuori da chissaddove una creatura sonora diversa. Più o meno quel che succede nella seguente "Sneak Attack", solo che qui la signorinella Ocasek dalle scarpette rosse, alla passeggiata preferisce saltellare allegramente. Il ritornello è dolcissimo, colorato come una copertina degli Yes e l'interpretazione non è di Ric Ocasek ma di Peter Pan in persona. Ciliegina è "Time Bomb", in cui Ocasek sembra Roger Waters. Un minuto e 2/3 di lentezza consapevole, due minuti di rabbia psichedelica, 20 secondi di denti digrignati e un minuto e un secondo di delirio chitarristico proveniente dalla stazione orbitante MIR.

In fin dei conti possiamo dire che Ocasek nel 1982 non è veramente cambiato: è semplicemente uscito dalla bolla spaziotemporale della new wave, ed ha riabbracciato "tutta" la musica... Si è liberato, come un rettile si libera della pelle vecchia, ma mica per questo s'è tramutato in un coniglio! Questo disco piacque a pochissimi (eccezion fatta per "Something To Grab For"), perché la sua audience era troppo abituata a "quell'Ocasek" di sempre. Questo lavoro, ottimo a dir poco, comunque servì ad Ocasek ad "allenarsi", a comporre canzoni per i Cars che potessero suonare nuove, differenti dalle altre, ma che fossero sempre orecchiabili al primo ascolto, come avevano abituato i loro fans. Come quando ti trovi a bordo di un'auto nuova, che sia anche altamente prestazionale, e devi ancora capire qual è il suo limite e cosa puoi farci di spettacolare, ed allora provi, provi, sperimenti...

Questo disco, in cui Ocasek canta ottimamente, è pieno dunque di canzoni meno di presa immediata ma non per questo poco ispirate: il classico disco che va forte al secondo ascolto, o al terzo, al quarto, al millesimo... Magari, dopo che le ascolti, neanche te le ricordi, ma dentro di te sai che ti hanno emozionato, genuinamente.

Se non ci credete e se ci credete, è così.

Buon ascolto.

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