Gran brutta sensazione che si prova dopo aver visto un film risultato deludente come "Napoleon" di Ridley Scott. Certamente, realizzare una pellicola su Napoleone Bonaparte non è impresa facile, considerando l' importanza storica di cotanto personaggio. Anche Kubrick aveva intenzione di fare un film su tale soggetto , ma preferi` rinunciare e comunque la storia del cinema non offre titoli tanto significativi. Lo stesso " Napoleone" di Abel Gance, film muto uscito nel 1927, non spicca per originalità (al netto di certi virtuosismi tecnici per quei tempi e quindi ormai datati), mentre io ricordo un film come "Desire`" edito nel 1954 con Marlon Brando nel ruolo di Napoleone molto preso da un' infatuazione romantica per la donna del titolo. Niente di che, quindi.

Ridley Scott, che aveva esordito con un' opera interessante e avvincente come"I duellanti" nel 1977, avrebbe potuto fare qualcosa di meglio a fronte di un personaggio per il quale forse varrebbe la pena girare una serie televisiva o un film di durata fluviale. Invece, nell'arco di due ore e trentotto minuti, si assiste ad un sommario rendiconto dell'ascesa al potere di Napoleone dal 1793 fino alla morte nel 1821, nell'esilio imposto dagli inglesi presso l'isola di Sant'Elena. E romanzando non poco, dal momento che viene dato molto spazio alla relazione fra il protagonista e la nobildonna Josephine de Beauharnais .

Senza nulla togliere alla dimensione privata del personaggio storico, i fatti esposti lasciano un po' dubbiosi, perché Napoleone non sarà stato uomo fedele e affettuoso, ma che fra i due sia rimasto un forte affetto, nonostante le reciproche infedeltà, qualcosa vorrà pur dire. Certamente, è del tutto fantasioso che Josephine de Beauharnais mandi un biglietto galante d' invito all' illustre corso redatto in lingua inglese ( ma non siamo nella Francia di fine '700? Mah..).

E anche i fatti storici dell'ascesa politica e sociale di Bonaparte risultano parziali e inventati di sana pianta. Napoleone non era presente al ghigliottinamento della regina Maria Antonietta, né fece cannoneggiare le piramidi durante la campagna d' Egitto e neppure fece altrettanto sulle truppe austro russe in ritirata su un lago ghiacciato nei pressi di Austerlitz (storica leggenda metropolitana coniata dai suoi nemici). E questi sono i più vistosi strafalcioni storici, a cui aggiungerei una frettolosa citazione della campagna in Italia e la completa omissione della guerra logorante fra le truppe francesi di occupazione e i resistenti spagnoli che ingaggiarono una furiosa guerriglia contro i reparti napoleonici di stanza in Spagna.

Certo, di carne al fuoco da trattare nel film ce ne sarebbe stata tanta. Ma il difetto maggiore che salta all'occhio è che vediamo un Napoleone in posa tanto da risultare una caricatura di sé stesso. E probabilmente così risulta per un regista come Ridley Scott, di nazionalità inglese convinto (come lo sono usualmente gli inglesi) che il generale corso, diventato poi Imperatore di Francia, fosse un pericoloso "babau" per l' Europa e il mondo intero. E sicuramente lo era per le monarchie dell'epoca, in quanto si trattava di un uomo non di estrazione nobiliare che era assurto al potere nella Francia rivoluzionaria del Terzo stato (l'attuale borghesia). Ma tutto questo (esempio significativo di mobilità e ascesa sociali) ormai dovrebbe essere acquisito e non più controverso.

Indubbiamente, dal punto di vista tecnico, il film vanta una certa maestria tecnica nel rappresentare le scene di massa nel corso delle battaglie di quel tempo. Ma per il resto è una resa discutibile del personaggio Napoleone, interpretato da un attore come Joaquin Phoenix solitamente molto intenso e versatile, ma qui molto monocorde con un'espressione prevalentemente accigliata, quasi Napoleone fosse incazzato per essersi svegliato in un lunedì piovoso e pesante. Un generale e statista siffatto, che a detta unanime degli storici sapeva essere ammaliante e seduttore, come avrebbe potuto trascinare i francesi fin quasi in capo al mondo a difesa della patria e in nome degli ideali rivoluzionari del 1789?

No, non può reggere e Ridley Scott ci regala un film tanto sontuoso quanto deludente.

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