Che senso ha pubblicare nel 2011 un disco ricalcante il sound e gli stilemi dei primi due dischi dei Led Zeppelin e dei Deep Purple pre Machine Head 40 anni dopo? Un buon motivo potrebbe essere quello di cercare di soddisfare la folta schiera di pubblico (composto anche da giovanissimi) stufi che fra le nuove proposte offerte dalla discografia internazionale vi siano solo bands cosiddette alternative rock, post rock o indie rock che dir si voglia.
"Pressure and Time" è la seconda uscita discografica dei losangelini Rival Sons, che segue l'autoprodotto "Before the fire" del 2009, si tratta di un combo chitarra-basso-batteria e voce che come già detto si ispira perlopiù al british hard rock delle origini, niente lustrini e payette caricaturali stile "The Darkness" o make up hair metal anni '80; anche dal punto di vista dei contenuti questo è un disco che si contraddistingue per la sua immediatezza ed essenzialità del sound e delle composizioni, meritoria infatti l'intenzione di lasciare intravedere anche su disco un'attitudine live grezza e diretta senza patinature sonore ad uso e consumo delle emittenti radiofoniche.
L'album in questione, uscito in Giugno per la prestigiosa Earache Records (a dire il vero conosciuta ai più per le produzioni in ambito metal e hardcore), ha creato sin da subito notevoli spaccature nella critica specializzata d'oltreoceano, fra chi appunto ha accolto i Rival Sons quale "Next Big Thing" e fra chi li ha bollati immediatamente come emuli mal riusciti degli Zeppelin in ritardo di qualche decennio, certo volendo azzardare paragoni con la proposta artistica del dirigibile il risultato sarebbe impietoso (per la serie "ti piace vincere facile?) ma personalmente ritengo che questo disco un ascolto lo meriti.
A dire il vero gli echi zeppeliniani sono lampanti solo nella "groovosa" title track "Pressure and Time" in cui a farla da padrone è l'energico riff eseguito dal chitarrista Scott Holiday con una sezione ritmica solida come una roccia e il frontman Jay Buchanan che non lesina acuti alla Plant. Per il resto le influenze di Page&co sono si avvertibili, ma vengono mischiate con altri riferimenti stilistici provenienti dal mondo musicale posto a cavallo fra i '60 e i '70, come accade ad esempio nella Doors-oriented "Born Down Los Angeles " piuttosto che nella ballatona elettrica "Only Love" in cui sembra essere Hendrix la princpale fonte di ispirazione. Notevole anche la traccia di apertura "All Over the Road" e l'intensa "Get Mine".
L'impressione è che questi quattro rockers della West Coast padroneggino il linguaggio del classic rock in maniera valida senza cadere nel plagio o in eccessi citazionisti. Curiosità: l'artwork è curato da Storm Thorgerson, autore tra l'altro di molte copertine dei Pink Floyd e di diversi mostri sacri del rock.
Recarsi in un negozio di dischi nel 2011 e trovare fra le novità un buon disco di hard rock come nel caso di "Pressure and Time" non capita tutti i giorni, se poi i Rival Sons si dimostreranno l'ennesima band meteora destinata a cadere nel dimenticatoio sarà il tempo a dircelo. Per il momento, per quanto mi riguarda, sufficienza piena alla proposta musicale di questa band.
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