"E i poeti e i comici possono

essere come piccoli bambini,

possono,

infatti, giocare con gli ideali

o parlar

con gli oggetti, le piante e gli animali."

È solo una boutade, un ghiribizzo, un capriccio.

Perdonatemi, Tu mi turbi è il primo film che vidi di Benigni e quello che mi fece più ridere, insieme ai TuttoBenigni.

Questo è il primo film da regista di Benigni. È diviso in quattro sketch. Gli ultimi due fanno ridere, tanto, perché delle cose molto serie vanno all’opposto di come dovrebbero andare; il secondo è un po' melodrammatico; e il primo, il primo parla della sacra famiglia e di Benigno, fa ridere, ma meno.

Questo film ci ricorda anche che il sacro può offrire un sacco di materiale per un comico.

Dice che le banche prestano i soldi a chi i soldi li ha già, ma non li prestano a chi di soldi non ne ha.

Poi una cosa bella c’è in questo film: c’è che ci sono quattro canzoni di Paolo Conte ad aprire e chiudere ogni sketch di questo film.

Poi questo film dice anche che ognuno di noi ha un proprio angelo, ma forse no, e che è un dramma perderlo. L’angelo non è però la moglie del Conte che a Benigni piace parecchio, ma una graziosa e non bravissima Nicoletta Braschi.

E, infine, dice anche che il fuoco della patria e la richiesta di un prestito hanno cerimoniali così impostati che sarebbe un peccato non riderci su.

Carico i commenti...  con calma