Beh, eccoci... da dove partire?
Più che partire, nel mio caso si tratta di arrivare. Eh sì, perché sono un anno o due che le note mi passano sbiadite per le orecchie.
Sarà che ho ascoltato talmente tanta musica che ho perso la curiosità e lo stupore (anche l'udito) dei primi tempi.
Le foglie secche di una stagione morente... per poi affrontare una nuova giovinezza? No, dico quasi certamente che si tratta di vecchiaia, "dadrock".
Non ho quasi nemmeno più la voglia di rovistare l'underground.
Non sembra un evento epocale, comunque mi disturba molto.
Qui entrano in gioco i Royal Trux, con il loro Twin Infinitives, enigma mai risolto. Si potrebbe dire semplicemente un disco brutto?
No.
I Royal Trux hanno dato altre grandissimi prove come artisti, prima e dopo. E se Twin Infinitives è immondizia, mi permetto allora di dirvi dall'alto delle mie conoscenze musicali, che nessuno nel rock aveva dato precedenti a Twin Infinitives.
Twin Infinitives non è solo rumore, ci si scorge in buona parte il vecchio Exile on Main St., cubismo, e la loro psichedelia deforme e malata, marchio di fabbrica anche di album eccezionali come [Untitled] e Cats and Dogs.
Ed ecco perché sono ossessionato da quest'album, quasi impossibile da penetrare e decifrare. Se si va di lente di ingrandimento c'è del razionale e nasconde un tesoro enorme.
Venero Twin Infinitives perché lo comprai diversi anni fa affiancandolo ad altri dischi/ascolti e... col tempo come ad un orfanotrofio è rimasto solo.
Chissà, una volta compreso potrei ricadere in depressione. Oppure lasciarmelo alle spalle come gli altri dischi, decidendo di lanciare le chitarre dal balcone dritte nei cassonetti (ma poi chi usa più le chitarre per fare musica oggi?), buttare tutti i cd e vinili e di trovare una nuova passione (forse buttandomi nel cinema d'autore).
Quanto sono sciatto a scrivere, buon anno cicci!
P.S. Come passione di sicuro non le rece, che non son buono. <3
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