Warning: Il testo sottostante trattasi di un laido scritto, pertanto sconsiglio la lettura a utenti di un certo spessore culturale.

Benvenuti, bentornati o miei cari Veirliani amici, bentornato a me, benvenuto, bentornato a isso/egli la quale so già state, starete beneficiando alla vista dei miei scritti come dinanzi a un banchetto pantagruelico gustandone il contenuto. Benedico o te bacheca Debaseriana che concedi a me e altri ma, soprattutto a me di rendere tangibili e pubblicare in forma scritta nel mondo del Web le mie stronz... Ehm volevo dire i miei più profondi pensieri filologici.

Dunque adesso che ho finito di leccare il culo, posso magari proseguire a recensire uno dei live che più mi ha fantasmagorizzato della mia seppur piccola collezione di DVD e quant'altro ma, preziosa per il sottoscritto. Time Machine live in Cleveland dei Rush, rappresenta per Vituperio la quintessenza o quasi della performance live di una band si, glorificata osannata dai cultori del genere si, di un certo successo commerciale in particolar modo negli states americani, ma che oggettivamente potrebbe esser classificata o denominata anche come band di nicchia.

Come disse il saggio la genialità sta nel mezzo, né troppo in alto né troppo in basso.

I canadesi pluripremiati Rush, formati da Geddy Lee, (basso, voce, tastiere) Alex Lifeson, (chitarra elettrica, acustica, mandola etc e voce) Neil Peart, (batteria, percussioni) nonché autore di quasi tutti i testi, in questo concerto bussano, picchiano di brutto, senza però snaturarsi dal solito loro tipico sound, caratterizzato da una miscela di puro hard rock e virtuosismi progressive. Ordunque cari signori non catalogateli come il solito gruppo rompi balle qualunquista progressive metal odierno, perché dalla loro la premiata ditta di Toronto, vanta una certa storicità, essendo se non proprio i precursori del genere poco ci manca e caratterizzati da un particolare gusto per una certa "scenografia demenziale esilarante" presente in ogni live, marchio di fabbrica life style dei simpatici vegliardi.

Allora come non abbandonarsi alla bella sinfonia di The Camera Eye, tenete spente le luci, sdraiatevi sul letto, chiudete gli occhi così da intraprendere un viaggio immaginario nelle più belle piazze di Londra e di tutto il mondo, ma attenzione alle statue dei monumenti i loro occhi di pietra ci vedono benissimo... Pronti a un giudizio severo nei nostri confronti, quindi cercate di masturbarvi il meno possibile. Nella splendida Limelight, Neil Peart filosofeggia sul concetto di base che, in fin dei conti la vita assomiglia molto al palcoscenico di un teatro animato dai suoi buffi abitanti, intenzionati a mettersi in mostra chi in un mondo chi in un altro.

"Il Tom Sawyer di oggi è pazzo di te, e invade lo spazio, ti passa avanti". Sono i versi di un classico brano del gruppo. Allacciatevi le cinture per una fantasiosa immaginifica scorrazzata in macchina in questo caso una Ferrari d'epoca, la Red Barchetta. Che bello sfrecciare nelle stradine di campagna con il vento che scompiglia i capelli, ma questa anticaglia rubata allo zio Tom non è più omologata per viaggiare nelle strade di questo futuro prossimo parallelo, perché qui le automobili sono spinte da propulsori che sfruttano il vapore come le locomotive di un tempo ormai lontano. - Una pattuglia della polizia ci sta inseguendo per sequestrarci il mezzo! Presto squagliamocela! Quindi dai gas, gas per dio!

Forse è stato solo un sogno, il bimbo stava fantasticando a occhi aperti davanti al camino ipnotizzato dal vecchio racconto dello zio Tom. Svegliatevi anche voi cari amici, aprite gli occhi, perché questo è un DVD per cui non perdetevi le belle immagini dove i nostri beniamini pestano di brutto sui loro rispettivi strumenti...

Cosa dire di più. La perizia tecnica c'è come da tradizione più che trentennale, certo la voce del buon Geddy non è più quella di una volta molti detrattori storgeranno il naso, scoreggiando in segno di protesta contro gli striduli acuti della voce di quest'ultimo, al rogo i detrattori...(Sto scherzando). Neil è sempre il re delle percussioni, preciso, accademico, virtuoso. Gli insoliti riff e assoli di Alex brillano ancora intensamente di luce propria, poi non mancano le solite scenette demenziali di inizio, intermezzo e fine spettacolo, bollicine di sapone, una macchina insaccatrice gigante e ovviamente tante salsicce.

Niente da eccepire, gran bello spettacolo. Voto 4,5/5.

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