L'ultimo disco l'apprezzabile "In Search Of Solid Ground" è del 2009, successivamente la band visto lo split dal cantante Cove Reber, è andata alla ricerca, senza esiti per ora di un nuovo vocalist ufficiale, sebbene di volta in volta la stampa accreditatava questo o quel singer.

Tillian Parson, con cui la band ha anche registrato un interessante demo quest'anno (Promises), sembrava
essere il prescelto, salvo smentite circa l'ingresso come membro ufficiale nella band. Sebbene il citato si dichiari gran fan e amico della band e avrebbe il piacere di suonare con loro.

Di un terzo disco di inediti di parla da tempo, anche se la sensazione è che se dovesse vedere la luce, passerà ancora del tempo.

Approfittando di questo stallo, qual miglior occasione per riavvolgere il nastro e parlare del primo ed amatissimo dai fan ep "Translanting The Name".

Venuto alla luce in un periodo in cui l'emocore di terza ondata stava prendendo piede negli States e con una formazione diversa da quella attuale con i soli Justin Shekoski e Beau Burchelle che fanno ancora parte dell'attuale line-up e con Anthony Green (ora nei Circa Survive) dietro il microfono, questo rapido ep è una buona fotografia instantanea della salute che aveva il genere nel 2003.

I primi quattro pezzi sono sullo stesso livello, difficile sceglierne uno che svetti sugli altri.

La formula non ancora abusata per l'epoca era quella di creare contrasti sonori all'interno del medesimo pezzo, facendo convivere dolci e sognanti versi (peculiarità ella band riscontrabile anche dei 2 successivi lp sebbene il cambio di genere avvenuto già dal s/t), con brusche sterzate emotive all'altezza dei ritornelli.

Nella versione aggiornata troviamo anche "Mookies Last Christmas" e le versione acustiche di "Third Measurement In C" e "Seven Years" qui spogliate di quell'enfasi elettrica che caratterizza le originali.

Un lavoro veloce che tuttavia cela al suo interno qualità, che aprirà la strada alla carriera dei cinque di Newport Beach.

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