C'era una volta una repubblica. Anzi, in realtà c'era tre volte una repubblica... perché questa repubblica ha raggiunto la sua terza incarnazione: 1982, la breve reunion del 2002 e l'attuale ritorno sulla scena.
Il loro "1938" è uscito quest'anno ma suona come se fosse giunto a noi attraverso uno squarcio spazio-temporale, un salto indietro di 25 anni. I Savage Republic hanno lo stesso suono di allora, oscuramente congelato nel tempo. Come se lo scioglimento del 1989 non fosse altro che una breve pausa di riflessione tra un disco e l'altro....

 

18 anni sono un sacco di tempo e molte cose devono essere cambiate. Cosa vi ha fatto tornare?  Pensate che la scena sia cambiata?
 
Greg Grunke: Thom, Ethan e io abbiamo sempre pensato che ci fossero molte cose irrisolte, cose che dovevamo ancora dire, date le circostanze dello scioglimento. Avevamo appena cominciato a realizzare idee che avevamo tentato di esprimere. Dopo la nostra breve reunion del 2002 era chiaro a tutti e tre che avevamo ancora cose da dire. Non abbiamo mai avuto intenzione di riformarci per suonare il materiale vecchio come un atto nostalgico. Abbiamo cominciato a condividere idee e le cose hanno cominciato ad andare al loro posto. Una cosa di noi che è cambiata nel frattempo è che siamo diventati più fiduciosi delle nostre abilità, abbastanza da fidarci dei nostri istinti. Ora che siamo più anziani siamo più focalizzati riguardo al modo in cui lavoriamo.
 
Per quanto riguarda la "scena"... sono dei tempi eccitanti per fare musica - sta succedendo molta roba interessante. E con la tecnologia disponibile è più facile per le band non-mainstream entrare in contatto con il proprio pubblico.


Ho letto in un'intervista che Bruce Licher ha scelto la parte "repubblicana" del nome perché l'idea calzava con il modo in cui il gruppo lavorava, facendo tutto da solo. Calza tutt'ora che Bruce si è spostato su altri progetti? Lavorate ancora insieme o c'è qualcuno che copre la maggior parte dei ruoli?
 
GG: A volte una repubblica, a volte una dittatura benevola! Anche nei tempi andati lavoravamo collaborativamente. Le canzoni vengono tratteggiate a vaghe linee, chiunque può proporre l'idea per un pezzo e tutti gli altri scrivono la propria parte. A Thom spetta prendere le "decisioni esecutive" perché ha la migliore produzione e capacità organizzative. Per quanto riguarda gli affari di tutti i giorni della band Thom e Ethan ne gestiscono la maggior parte. Il mio ruolo è di scrivere le agenzie stampa e colpire la gente con la chiave inglese, quando necessario.


C'è una cosa buffa nella track list, sembra ci sia una certa simmetria: una canzone lunga all'inizio, tracce brevi (ad eccezione di
"Siam") che portano a "Caravan" e poi altre canzoni corte, che sfumano in "Peking", un'altra traccia lunga. E' tutto così... logico! E' stato fatto di proposito?

GG: Volevamo che le cose avessero un certo ritmo ma non c'era un'idea intenzionale di alternare le tracce...

Thom Fuhrmann: Onestamente, dato che sono stato votato come produttore del CD, ho usato il mio miglior giudizio. Volevo un certo ritmo, ma penso di aver messo le cinque migliori canzoni all'inizio, consciamente o meno. Ero abbastanza combattuto riguardo al CD e volevo che fosse molto meglio, ma avevamo una scadenza imposta dell'etichetta. Il prossimo CD sarà due volte meglio o non lascerò che venga pubblicato...


E per quanto riguarda la stessa
"Caravan"? Mettere una canzone così lunga nel bel mezzo del cd può sembrare un'idea insolita...

GG: Sono contento che "Caravan" abbia suscitato reazioni positive. Amo la canzone - il violino di Julia Zuker è favoloso - ma mi aspettavo che fosse bollata come autoindulgente. Era una jam improvvisata - ci stavamo scambiando gli strumenti mentre registravamo. Julia ha registrato la sua parte tutta d'un fiato, senza nemmeno ascoltarla prima, solo reagendo al suono e andando a istinto. E' l'unica sovraincisione del pezzo.

TF: Ti svelerò un segreto riguardo a "Caravan": è un pezzo totalmente improvvisato. Ci stavamo rilassando un po', passandoci una bottiglia (su serio, mentre registravamo). Ad un certo punto ci siamo anche scambiati le chitarre senza smettere di registrare. E' stata fatta tutta nel corso di 25 minuti! Penso che questi siano i momenti in cui ci vengono le cose migliori, anche se è certamente un po' autoindulgente, in vero stile "Can". Il violino è stato inciso il giorno dopo, in un unico passaggio. E' stata l'unica sovraincisione dell'intera canzone.
Alan è un batterista fantastico. Non esagera ed è così a suo agio con la sua competenza che non ha bisogno di mettersi in mostra.


Di nuovo: 18 anni sono un sacco di tempo. Le vostre influenze erano Faust, Can, Wire... vi basate ancora su queste cose basilari, le vostre radici, oppure c'è qualcosa di più recente che è entrato nel mix?
 
GG: Ascoltiamo molte cose nuove ma allo stesso tempo ancora ci piacciono le vecchie influenze. Seguiamo molta roba ambient/elettronica come Boards of Canada, Unkle, techno olandese etc. Mi piacciono molto alcune cose che stanno facendo gruppi come Boris e SunnO))) - sembrano Lamonte Young sotto steriodi!
Anche Napalm Death e Punjabi MC sono entrati in contatto con il mio io-folk ed inoltre ascolto Leonard Cohen. Mio figlio undicenne tende a monopolizzare lo stereo quindi ho sentito parecchio i Tool e i System of a Down. E i video di Captain Beefheart su YouTube - è praticamente ovunque!

 

I Savage Republic approderanno sul suolo italico presto, molto presto: il 20 gennaio al Locomotiv di Bologna, il 21 al Teatro Nuovo CDE di Potenza, il 22 a Lama (TA) al Circolo Gabba Gabba, il 23 all'Init di Roma ed il 24 al Garage di Milano. Fate un po' voi...

 

- un immenso ringraziamento a Festwca per essere stato socio di queste domande. Hell yeah.

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