Dopo l' attuazione del progetto golpista delle "tragiche figure" la Repubblica Selvaggia, devastata dal colpo di stato si crogiolava letargica sulle sue stesse rovine, avvolta in un tepore sudaticcio attendeva incerti sviluppi.

"Make the pain go away!!!"

Pare tutto fluire in completa naturalezza, le trame chitarristiche acidule profumano di mistico medio oriente, la sezione ritmica poderosa ed in continua oscillazione, l' atmosfera liquida e tremolante come miraggi nell' infuocato deserto, snodarsi sinuosamente in un' atmosfera gravida di pericolo incombente.

"Dipingo edifici in fiamme"

Gli strascichi del golpe sono ancora lì, come violacei lividi pulsanti sulla carne: "Carne che cammina", è scomparsa quella voce, ora non avrebbe più senso, non in quella forma, comandava improvvisati plotoni d' esecuzione atti a soffocare ogni resistenza "quando tutto il resto falliva", rantolava disgustata di "Macchinari", "Uccidete i fascisti!" sbraitava in piena disperazione dalla cima di montagne d' ossa e cenere.

Le lamiere ed i bidoni percossi, il deflagrante caos di poliritmie tribaloidi grondanti malessere, i terrificanti e fitti fili spinati creati dalle psicolabili chitarre, il puro istinto di sopravvivenza...tutto va ora ridimensionato, oltre è impossibile andare.

I quattro brani di Trudge paiono esprimersi in movenze soniche contradditorie, tesi, eppure ondivaghi ed intorpidenti, portatori sani di un' esotismo fascinoso carico di mantra chitarristici sempre in bilico tra rumore e melodia, le ritmiche sovraccariche ma scorrevoli; brani solenni ed aspri, sottilmente intimidatori.

La Repubblica Selvaggia non trova pace, inganna se stessa inebriandosi in stordenti e policromatici effluvi etno-psichedelici narcotizzanti, ma un' angoscioso tormento latente pare resistere a qualunque tentativo di repressione.

"La crisi del nostro paese non è causata da forze esterne, il pericolo si annida all' interno"

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