Torino è un luogo unico nel suo genere, una città meravigliosa che ti fa sentire a casa, ma che allo stesso tempo ti tiene distante perché non ti dà mai confidenza fino in fondo.

Ti accoglie ma è sfuggente, non è mai davvero tua.

L'educazione sabauda va ben oltre gianduiotti e bagna càuda. È la causa del silenzio e del senso del dovere, della nausa del senso di colpa che viene dopo il piacere.

E allora con quale nome consegnare a battesimo il primo full-lenght per gli Scheletri, se non "Torino"?

A tre anni dall'ottimo Ep "Ossa Rotte", del quale vengono riproposte 4 tracce, il combo sabaudo si riconferma come una delle migliori realtà pop-punk nostrane.

Come flussi di coscienza, sia per quanto riguarda la musica che i testi, si ha la sensazione che le canzoni fossero già nell’aria e che la band sia solo un tramite che le rende concrete.



Io qui ci morirò

Senza conoscere le strade

Senza un posto

Dove Andare



Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non si é sentito ospite a casa sua, unico in mezzo a tanti, troppi volti indifferenti.

I 'minor-chords' sono l'accompagnamento che si confà ad una narrazione malinconica, ma anche disincantata



Sento le ossa rompersi

Sotto il peso di

Ogni lunedì



Siamo al cospetto di un gioiellino, una perfetta operazione di recupero di certe sonorità che resero grande l'emocore dei primi '00. Dispiace solo che tanta densità debba dividersi in maniera così rigida fra i brani di "Ossa Rotte" ed altri inediti, poiché il cambio di passo é evidente.

In attesa della mossa decisiva verso lo scettro di paladini di un certo filone alt-rock nostrano, gli Scheletri chiudono un 2023 di eccellenti pubblicazioni assolutamente senza sfigurare.

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