Andiamo dritti al punto, che sennò ci perdiamo in escursioni inutili per un disco che di per se sarebbe altrettanto inutile.
Se NON ti piacciono gli intrecci e i vaneggiamenti chitarristici degli Explosions In The Sky, stai lontano da questo album.
Perché questi Sonna, from Baltimora, Maryland, facevano circa la stessa cosa che facevano gli EITS, senza l'approccio rumoristico e sonico di questi ultimi.
Una batteria ovattata che accompagnia un tira e molla di ricami e fraseggi, che sono anche abbastanza gradevoli all'inizio (The Opener), ma che si affossano quando diventano troppo lenti. In Sing Soft Tonight si tiene a malapena il tempo tanto sono distanziate le note.
Tutti i pezzi sono anche lunghi, sempre intorno agli 8/9 minuti, facile mollare l'ancora e scartare un disco sicuramente monocromatico (come la copertina suggerisce) e prolisso, troppo dispersivo.
Ma poi, in fondo, arriva la sorpresa.
L'ultimo pezzo Real Quiet; che è in realtà tutt'altro che quiet rispetto al resto (ma molto real). Una cavalcata di spessore, contenuta nella durata e di grande efficacia, con un finale "esplosivo", quasi un double time swing reinventato. Un concentrato post, solare e incalzante.
Se contestualiziamo il disco, ci troviamo di fronte ad un escursione in quei territori post rock chitarristici che diventeranno un modello negli anni a seguire. Siamo infatti a metà del 2001 e gli EITS devono effettivamente ancora esplodere (anche se è solo questione di mesi).
Et voilà. Un breve scritto per un album dimenticato.
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