Scrivo Sophia e da subito aggiungo God Machine e Robin Proper-Sheppard; tre nomi indissolubilmente legati da sempre e per sempre. I God Machine sono stati, per il sottoscritto, uno dei gruppi più importanti degli anni novanta, durati soltanto un lustro ed autori di due album a dir poco monumentali.
Conclusa tragicamente l'avventura della Macchina di Dio, Robin decide di ripartire con una nuova band. Questa è una compilation edita nel 2004, composta in massima parte da materiale inedito. Ed ha un unico difetto: dura soltanto appena più di trenta minuti, troppo pochi per chi come me ha amato i God Machine ed ha proseguito poi allo stesso modo con i Sophia.
E' un fiore disegnato a riempire l'immagine di copertina; evidente il rimando all'esordio della band, quel "Fixed Water" pubblicato nel 1996, che conteneva anch'esso, sempre in copertina, un qualcosa di vegetale. Spetta alla strumentale "Airports" l'onore di aprire benissimo il disco: delicati rumori elettronici introducono il suono ripetuto di una tastiera, regalando da subito quella sensazione avvolgente di calore che questa sublime musica ha il potere di esercitare. Ma allo stesso modo sensazioni di tristezza e malinconia affiorano; sentimenti che mai abbandoneranno Robin dopo quello che ha dovuto subire in passato.
Siamo al secondo brano "Easy (If You Want Me)" e finalmente arriva la voce, quella voce così riconoscibile. Questa volta una tromba fa da introduzione ad un semplice giro di chitarra, poi tocca a Robin "If you want me well come and get me, I'm probably easier than think" con quel suo bel timbro chiaro e mesto. Ed è netta la sensazione che Robin voglia cantare soltanto per te, comunque sempre verso una platea ristretta.
Tutto il lavoro si sviluppa allo stesso modo, con la componente acustica predominante come del resto è sempre avvenuto in tutta la carriera della band. Un piccolo e meraviglioso gioiello; semplice a questo punto, per dare consistenza al mio precedente pensiero, consigliare l'ascolto della cover dei Pet Shop Boys "You Only Tell Me You Love Me When You're Drunk", con quella voce femminile che è puro incanto.
Un gran bel sentire per un Signor album; ed attendo speranzoso un ritorno discografico dei Sophia, ad ormai oltre sei anni dal loro ultimo parto discografico.
A tia che conosce già tutto ciò.
Ad Maiora.
Carico i commenti... con calma