Anno di grazia 2000: avvento dell'era a 128 bit.
Nonostante la folle corsa all'aquisto delle potenti nuove consolle (me compreso che al tempo spendetti 985 mila lire per portarmi a casa la Play2 insieme a quel capolavoro di caciara e divertimento di Dead or Alive 2), la generazione a 32 bit doveva ancora sparare le sue cartucce migliori..... Fu infatti in quest'ultimissimo periodo di gloria che Squaresoft sfornò uno dei suoi più grandi capolavori: Vagrant Story.
Il successo di critica fu istantaneo, e il titolo schizzò subito in testa alle classifiche di vendita del Sol Levante, riuscendo anche ad ottenere una storica valutazione di 40/40 su Famitsu Magazine, LA RIVISTA di videogiochi per eccellenza nel sol levante, che dalla sua nascita (1986) ha dato una valutazione simile soltanto a 11 giochi (e incredile a dirsi ma FFVII non è tra questi). Tanto successo di pubblico fu però quasi nullo sia in Europa che in America (nonostante anche gli addetti ai lavori occidentali lo dipingessero come un capolavoro), decretando la fine prematura di quella che poteva essere una nuova ed eccezionale saga...
Il gioco ci catapulta nella misteriosa terra di Valendia, reame dilaniato da un’estenuante guerra civile. Il castello del Duca Bardorba è stato preso d'assalto e conquistato da una setta di fanatici religiosi conosciuti come Müllenkamp, capitanati dall’enigmatico Sydney Losstarot; nel frattempo la situazione non fa che aggravarsi poichè il Cardinale Batistum invia sul luogo le sue milizie, che agiscono senza aver ricevuto alcun ordine dal Parlamento. Quest'ultimo decide di rimediare alla situazione mandando sul luogo il cavaliere Ashley Riot, un Riskbreaker, cioè un soldato scelto a cui vengono affidate le missioni più delicate e rischiose. Nonostante il suo intervento, gli ostaggi all'interno del castello vengono massacrati e Sydney scompare nel nulla. Una settimana dopo Il Duca (salvo poichè al momento dell'attacco era fuori dalla propria residenza), viene ucciso. Tutte le prove sembrano allora ricadere su Ashley, che subito dopo scompare a sua volta.
Il gioco comincia qui o meglio a cavallo tra la settimana dell'attacco e l’uccisione del Duca, in un lunghissimo flashback in cui ci troveremo ad esplorare Leà Monde, una città dal passato glorioso ma ormai deserta, in rovina e considerata maledetta, dopo che la sua grande prosperità venne distrutta da un terremoto, scenario di una trama qualitativamente eccezionale, lunga e intricata, pulsante di intrighi politici e di potere, etica morale e tradimento, nel quale vengono introdotti piano piano alcuni personaggi di immenso fascino, e nel quale il giocatore viene portato ad uno sconvolgimento di tutte quelle certezze con cui si è partiti all'inizio. Impossibile per tutta la durata dell' avventura, non chiedersi se colui che controlliamo avrà veramente assassinato il Duca....
La realizzazione grafica, come è anche lecito attendersi, è il primo aspetto su cui ci si sofferma, e non è eccessivo ammettere che ciò che ci si trova davanti è un motore grafico che sfrutta fino all’osso il processore della cara vecchia scatoletta grigia, lasciando letteralmente basiti (naturalmente parlo rapportato al tempo... Mi ricordo che rimasi a bocca aperta). Le ambientazioni sono dettagliatissime e suggestive anche se in effetti un pochino ripetitive e con una palette cromatica non eccessivamente varia, ma il design d’ispirazione fantasy medievale è davvero eccezionale. Catacombe, foreste, grotte sotterranee e rovine di vecchie città prendono letteralmente vita sullo schermo, così come i personaggi che risultano splendidamente caratterizzati, sia nel design puramente accessorio (armature, armi, vestiti) sia al chara vero e proprio. Le musiche che accompagnano il nostro girovagare per questi luoghi dimenticati, sono affidate a Hitoshi Sakimoto, già maestro compositore di quel piccolo capolavoro che è la soundtrack di Final Fantasy Tactics. Tale fama non viene smentita, poichè l'intera colonna sonora del gioco è un vero e proprio gioiello.
Per quanto riguarda le meccaniche di gioco, Vagrant Story, attinge a piene mani da tutto quello che di migliore Squaresoft (nella sua pluridecennale esperienza) ha regalato in ambito ludico, mescolandoli insieme in uno squisito cocktail di genere e caratteriche. Il gioco si basa nel superamento di vari dungeon, infestati di mostri e di puzzle da risolvere. Ashley viene comandato in tempo reale negli ambienti tridimensionali, dove i nemici sono tutti visibili. I combattimenti casuali infatti in Vagrant Story non esistono, e se un nemico si parerà dianzi al nostro eroe, lo scontro avverrà direttamente senza soluzione di continuità. A questo punto comparirà un reticolo, che indica la portata degli attacchi di Ashley, fuori del quale il nemico non risulta colpibile(in modo pressochè identico a quanto a Parasite Eve sempre di Square, e sempre da me recensito...ahahah) .
Una volta che il nemico è nel nostro raggio d'azione e viene attaccato, un punto esclamativo appare sullo schermo per una frazione di secondo. In quell'attimo, premendo tempestivamente un tasto è possibile creare una combo, detta Chain, che potrà aumentare sempre più in base a quanto i nostri riflessi sono veloci nel cogliore i punti esclamativi che appaiono ogni volta che la nostra spada si abbatterà sul nemico. C'è però un ma... Più attacchi combinati vengono portati a segno, infatti, più il fattore RISK cresce, facendo calare vistosamente l'accuratezza e la precisione dei nostri attacchi impedendo così di fare combo all'infinito e facilitando il giocatore in maniera troppo evidente. Il sistema delle combo Chain è inoltre identico al sistema di difesa, nella quale potremo rispondere con giusta prontezza di riflessi agli attacchi avversari. E' inoltre fondamentale notare come il danno in questo titolo sia Localizzato, ossia che a seconda di dove si colpisca un nemico si abbia un effetto. Colpendo alle gambe si ha una diminuzione della velocità, al braccio della forza e via di seguito. Tale discorso vale anche per il nostro protagonista.Questo tipo di sistema risulta sicuramente coinvolgente e dinamico, spingendo il giocatore a partecipare all'azione con attenzione di riflessi e tattica.
Inoltre per far fronte agli ostacoli che si pareranno dinanzi ad Ashley, il giocatore può personalizzare il proprio equipaggiamento in maniera pressochè infinta in apposite officine. Unica pecca è la gestione dell'inventario, limitato. Questo porta a dover abbandonare i propri oggetti lunga la strada, ma è un difetto davvero minimo comparato alla magnificenza di un prodotto simile.
Alla luce di ogni aspetto, Vagrant Story è infatti un capolavoro. Con la C maiuscola, da mettere con orgoglio accanto a Metal Gear Solid, Final Fanatsy VII, Chrono Cross e tutte quelle care vecchie glorie che i giocatori odierni si sono persi... Con grande rammarico mio, che da accanito videogiocatore, raramente riesco a trovare titoli di tale caratura.
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