"Silver Surfer-Parable" Testi e storia di Stan Lee (U.S.A.). Disegni, colori e lettering di Moebius (Fra). Miniserie in 2 Volumi (Dicembre '88-Gennaio '89) pubblicata negli States da Epic Comics (Gruppo Marvel). In Italia, dopo esser stata ospitata, negli anni '90, in varie edizioni di altri titoli editoriali, è stata pubblicata dal Gruppo Panini Comics/Marvel Italia nel 2004 in un unico volume dal titolo "Silver Surfer-Parabola".

"Non avrai altro Dio all'infuori di me"

Il divoratore di mondi ritorna sulla Terra ma, questa volta, non per distruggerla ma, presentandosi come un dio, con tanto di "profeta evangelizzatore", per corromperla con una sorta di monoteismo ego-edonista. Silver Surfer sarà il buon pastore che tenterà di riportare il gregge all'ovile: questa in breve la storia. 

Se, da un lato, è impossibile non cogliere parallelismi con le genesi dei tre grandi monoteismi, dall'altro, scavando più in profondità si coglie quanto questa lettura sia, se non sbagliata, abbastanza epidermica: infatti siamo a fine degli anni '80 e il mondo del fumetto "supereroistico" americano sta ancora metabolizzando la svolta "mooriana", "nuovi" autori, come Neil Gaiman,si stanno affacciando cambiando ancor più radicalmente le carte in gioco nel genere e, ormai, nella coscienza dei lettori (americani e non) la mitopoiesi Pop (ne parlo in modo approfondito qui) dei propri "eroi" è del tutto assimilata. La vecchia faina Stan Lee, nei paragrafi sotto un rapido sguardo sulla carriera del dio dei "true believers", non poteva rimanere immobile e quindi, nel quadro di un'ampia campagna di restyling che stava avvenendo in quegli anni, con alterne fortune, nell'universo Marvel, pure l'argenteo araldo subì una "trasformazione" che lo portò da una visione prettamente oggettiva del "supereroe" (pur abbastanza insolito come del resto era) ad una soggettiva (vista dalla parte dei comprimari "umani") che è quella che tuttora incarna.

L'operazione, nell'immediato, non riuscì completamente tanto che la miniserie finì per essere solo il trionfo di Moebius (anche del francese parlo rapidamente sotto) grazie al suo stile più pittorico che fumettistico e alla filosofia (da lui praticamente inventata) della "pagina piena" e dell'abbandono della schematizzazione a tavole: presenti, qui, però delle contaminazioni e delle concessioni alle "regole americane" dell'action-comic in un trionfo di arte e sperimentazione Pop. La storia di Lee, invece, fu vista quasi come un maldestro tentativo di adeguamento ai nuovi canoni e solo con il passare degli anni venne rivalutata scoprendone, a piccoli passi, la potenzialità poetica e l'interessante visione metaforica (parabola, appunto) che venti anni dopo appare attualissima (anche se qualche "cultore" del Lee vecchia maniera continua a storcere il naso): se Silver Surfer (per motivi di spazio vi mando a leggerne la genesi qui) è diventato quell'oggetto di culto, solo apparentemente sotteraneo, che è oggi probabilmente lo si deve più a questa "svolta" che non alle avventure dei '60 e '70.

Stan Lee: nel bene e nel male "The Man" è stato ed è il fumetto americano: non è infatti solo con Spider-Man, i, fin troppo sottovalutati in Italia, Fantastic Four, X-Men etc. che Lee ha fatto epoca. Il suo è stato un metalinguaggio che è andato oltre le tavole del fumetto entrando nella cultura popolare, anche a livello di gergo, stabilendo nuove regole sia dal punto di vista artistico, sia da quello commerciale (di produzione e di marketing). Sempre attento all'evolversi delle cose attorno ai fumetti, raramente si è fatto cogliere impreparato prendendo (senza esser mai troppo "citazionista") sempre il meglio da qualsiasi cosa vedesse intorno a se (dentro e fuori il mondo dei balloons).

Moebius: Oltre l'indiscutibile aspetto tecnico-artistico la grandezza del disegnatore francese è stata di aver capito che il disegno doveva liberarsi dalla tirannia degli sceneggiatori diventando "storia di se stesso". Doveva esser chi disegnava a decidere l'evolversi della vicenda e la sceneggiatura plasmarsi a seconda di questo incedere. Non sempre capito, almeno integralmente, questo concetto ha comunque permesso una evoluzione artistica del disegno nei fumetti, permettendone l'ingresso, dalla porta principale, nel mondo dell'Arte (anche "alta").

C.G. (Girlanachronism) 

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