Gli Steel Crown sono un'altro grande gruppo metal italiano che merita di essere citato su DeBaser! La band si formò a Trieste nel 1977, anno storico per il punk, e la formazione iniziale era composta da Yako De Bonis alla voce, Frank Lewis alla chitarra, Pino Melchi al basso e Silver Kid alla batteria. Il loro nome era Corona d' Acciaio, i brani erano cantati in italiano e lo stile era un hard rock possente, un'inizio tipo la Strana Officina. Successivamente, arrivando così negli anni Ottanta, il gruppo modificò il nome in Steel Crown e cambiò anche il suo genere, scegliendo l'heavy metal tipico di quel periodo. Nel 1983 cominciarono a registrare il primo demo e nello stesso anno inserireno il brano "Prisoner In The Box" nella compilation "Heavy Metal Eruption". Nel 1984 aggiunsero un'altro pezzo, cioè "Bad Flowers", nel disco "Italian Metal", mentre nel 1985 fu la volta di "Riot Into The Fire" in "Metallo Italia". Loro, insieme a Death SS, Strana Officina, Vanexa e Rollerball, parteciparono al grande Festival di Certaldo, un bell'evento nazionale per le band metal.

Gli Steel Crown continuarono a suonare a massimi livelli in tutta la penisola, arrivando ad esibirsi anche in Yugoslavia. Celebri e molto importanti sono le loro apparizioni che aprirono i concerti dei Mercyful Fate nelle date italiane! La fama extramusicale che si portavano dietro non era una delle migliori, erano definiti intemperanti, polemici rissosi, riuscendo a non farsi fregare da false promesse o da furfanti travestiti da produttori. Gli Steel Crown proseguirono coerenti per la loro strada grazie alla loro attitudine metallara che mise a ferro e fuoco ciò che incontrava. Nel 1984 uscì il loro disco live, ovvero "Live In The Phantom City" mentre nel 1986 registrarono il primo disco in studio "Sunset Warriors". Questo album presentava degli ottimi spunti da parte di tutta la band, impreziosita da perle come "My Father", "Drifting In My Mind" e la veloce titletrack.

Nel 1987 subentrò nel gruppo il batterista Peter Cosmini, che sostituì Silver Kid, e con lui diedero alle stampe il mini LP "Night Walk. Questo piccolo ma bellissimo lavoro uscì nel 1988 e conteneva quattro pezzi molto interessanti e sorprendenti! La band sin dalla prima traccia "Crazy For Rage" parte subito con il piede sull'acceleratore dimostrando a tutti le loro capacità tecniche. Questa canzone è la più veloce del disco ed inizia con un riff possente e veloce, accompagnato da una sostenuta e precisa batteria del nuovo Cosmini. La voce di Yako è squillante, riuscendo ad esprimere tutta la sua rabbia nello strafottente e selvaggio refrain. Una cavalcata di pura N.W.O.B.H.M. tipo i più frenetici Accept e Saxon!

La titletrack presenta un ritmo duro ma meno veloce rispetto a "Crazy For Rage", arrivando sulle sonorità degli Angelwitch e dei Saxon di "To Hell And Back Again" e "Suzie Hold On". La parte di chitarra è precisa, mentre la voce di De Bonis è melodica, ariosa ma nello stesso tempo decisa e passionale. Nel resto della song troviamo un cambiamento sorprendente e molto bello, impreziosito dagli accordi e dalle doti vocali ricche di pathos di Yako.

"I Would Rather Die Poor" è introdotta dagli arpeggi e dagli assoli notevoli di Frank che poi approdano ad un riff e ad una sezione ritmica eseguita in pieno stile Steel Crown. Si arriva al termine del lavoro con la maestosa "Love Lorn" che chiude in modo magistrale e trionfale il secondo ed ultimo capitolo degli Steel Crown. Questa track ha un sound molto vicino ai Diamond Head di "Borrowed Time", un pezzo veramente bello ricco di pathos e melodia. Incredibile ed emozionante la prestazione del vocalist che riesce ad esprimere emozioni da tutti i pori! Forse Yako De Bonis può essere considerato tra i più grandi cantanti che la scena metal abbia mai potuto avere! Sentitelo in questo mini Lp per apprezzare la sua magnifica voce! "Love Lorn" è sfortunatamente l'ultimo brano che il quartetto ci presenta, a causa della morte improvvisa del cantante, che lascia ancora oggi un vuoto nel metal tricolore. Lui è scomparso a causa di un incidente stradale mentre stava raggiungendo la band per suonare al Verona Rock del 1989. Purtroppo anche loro, come la Strana Officina che avevo già citato all'inizio, ha perso da oltre diciotto anni un membro fondamentale del gruppo che ha decretato lo scioglimento imminente degli Steel Crown.

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