Un avvocato fighetto e senza tanti scrupoli vince processi (anche) prendendo le difese di discutibili personaggi, usando (anche) mezzi non proprio ortodossi per fare in modo che i testimoni non testimonino…
Ma questo ce lo fanno solo intuire “velatamente” nell’incipit.
L’avvofighetto va a trovare il suo ultimo cliente che sta per uscire grazie a lui dal carcere, carcere dove il tapino nel frattempo ha metabolizzato grazie a un illuminazione “satanica”, la sua piena colpevolezza.
Nel bel mezzo dell’incontro tra l’avvofighetto e il futuro prossimo scagionato, questo bello bello gli dice ma io sono colpevole, le ho ammazzate io!! (moglie e figlia).
L’avvofighetto rimane un po’ perplesso e non fa a tempo a manifestare il suo avvofighettostupore che il quasi-ex detenuto gli afferra la mano e con la penna che l’avvo impugna si auto pugnala alla gola con la sua stessa (dell’avvo) mano, mormorando “…e tu sarai il prossimo”.
Da qui saltiamo di punto in bianco e troviamo l’avvofighetto carcerato, ovviamente, nello stesso carcere e, altrettanto ovviamente, proprio nella stessa cella del suo ex cliente da lui stesso (involontariamente) ucciso.
La cella in questione (maddai!) è abitata da presenze diciamo non proprio piacevolissime, che prima lo spaventano, poi lo portano sull’orlo della pazzia, dopo un poco gli fanno capire il perché lo ritengano un soggetto interessante (il testimone del processo iniziale non è stato “gentilmente” invitato ad andare al mare come lui ingenuamente immaginava, ma addirittura assassinato insieme a tutta la sua famiglia dal “dissuasore” ingaggiato sempre dall’avvofighetto) e infine cosa vogliano da lui.
Di corollario l’immancabile guardia cattiva che si rivela ad un certo punto ovviamente pazzo come una biscia ubriaca, l’ispettore carcerario donna e carina che si infatua immancabilmente dell’ex avvo ma sempre fighetto, il direttore del carcere che, ambiguamente, si tramuta da politically correct in stronzetto per diventare poi uno stronzo pericoloso ma nel finale (a sorpresa?!) sarà poi inaspettatamente il baluardo della giustizia (addirittura divina? Mah…)
Non c’è praticamente spatter, la tensione è tutto sommato abbastanza costante senza colpi di scena gratuitamente “spaventevoli”, gli attori sono credibili, la storia, considerando il genere, non è certo originalissima ma perlomeno cerca un filo narrativo che abbia un suo “senso” al limite, perchennò, persino credibile (!)
Se vi piace il genere dategli un occhiata
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