Quella dei Supersister è la tipica storia di una fra le miriadi di band liceali che in qualche modo riesce a farcela. Formatisi nel 1965 nel circolo del Grotius College dell'Aia, sotto il nome di The Blubs, erano inizialmente guidati dal batterista Marco Vorlijk, che ben presto cedette le redini del gruppo al prodigioso Robert-Jan Stips, ottimo tastierista, dotato di quella voce pulita ed eterea che hanno spinto molti a paragonarlo al Richard Sinclair olandese. Grazie ai suoi agganci con una bizzarra organizzazione chiamata Morgenstond (che tradotto in italiano sarebbe "Mattina Presto"), specializzata nell'organizzare operette, il gruppo riesce addirittura ad arrivare a suonare nel 1966 al Palazzo reale di Soestdijk, in occasione della festa di compleanno dell'allora Regina d'Olanda Juliana. Fu in questa occasione che si unì alla band il flautista e cantante Sacha van Geest, completando la formazione che per tre lunghi di gavetta suonerà in lungo e in largo per l'Olanda, rendendo il gruppo già abbastanza famoso, ma ancora senza alcuna incisione all'attivo né alcuno contratto. Il nome delle band viene cambiato in Supersister e il provvidenziale interesse di John Peel nei confronti del gruppo lancerà finalmente la band: viene dato l'ok alla fine del 1969 per incidere un disco in studio.

Associati alla "Canterbury Scene" per le loro atmosfere e il modo di cantare, a metà fra Caravan e Soft Machine, ed associati anche a sonorità "Zappiane", i Supersister suonano in realtà una musica fatta di lunghi pezzi strumentali ricchi di assoli intermezzati da brevi parti cantate. C'è da stupirsi che quattro individui poco più che ventenni riescano ad esibire un tale sfoggio di tecnica, bravura, stile e gusto nel miscelare le proprie sonorità. Una band dunque senza chitarrista, la cui caratteristica è perciò l'uso di un basso, spesso molto distorto, unito alle varie tastiere. Questa predominanza dei due strumenti da' spazio comunque ad ottimi interventi di flauto, suonato alla maniera ‘classica', unito ad exploit tastieristici dello stesso stampo (fra le influenze citate dalla band stessa figura anche quella del pianista e compositore classico Erik Satie).

C'è un tocco di tutto insomma, nel loro fantastico disco d'esordio "Present From Nancy", diviso essenzialmente in tre suite (Present From Nancy, Memories Are New e Metamorphosis), al loro volta divise in piccole tracce collegate fra loro. Fra i punti più alti c'è il drumming selvaggio in "Introduction" e "Metamorphosi"s, oltre alla bravura generale del gruppo in capitoli come "Memories Are New" e "11/8". Le uniche due tracce fuori delle suite sono molto particolari: l'umoristica "Corporation Combo Boys" è frutto della piena influenza di Frank Zappa, citata anche nelle sue parole (And we listen with attention  / To the Mothers of Invention); "Dona Nobis Pacem" è un lungo strumentale che inizia con atmosfere d'organo calmissime per poi finire in una musichetta da circo o luna park al limite dell'ilarità.

Nella meravigliosa versione di recente rimasterizzazione in Cd sono state incluse come bonus tracks anche i lati A e B dei primi due singoli della band, che nel 1970 ebbero molto più successo dal punto di vista commerciale che non tutto il disco "Present From Nancy" stesso, grazie al contratto con la Polydor che i Supersister firmarono subito dopo l'uscita dell'album, per poter avere un air play molto più ampio. I quattro inediti non sono tuttavia assolutamente all'altezza del disco, troppo sbarazzini e sicuramente frutto del lato più umoristico della band. "Fancy Nancy" è ad esempio una mera presa in giro di Elvis Presley, con lato B "Gonna Take Easy". L'altro singolo invece, presenta la buona "She Was Naked" con lato B la demenziale "Spiral Staircase", che narra strane vicende di bevute di tè con uno gnomo su una scala a chiocciola.

Questi erano davvero i grandi Supersiter, che in realtà alla fine sono sempre rimasti nell'ombra, ma che hanno comunque stupito e sono riusciti sempre a far meravigliare mostrando ciò di cui sono capaci.

Carico i commenti...  con calma