La chitarra elettrica ha attraversato nel tempo profondi cambiamenti sia nel suono che nell'aspetto, e continuerà a modificarsi nel futuro. I primi esperimenti di elettrificazione furono effettuati a partire dagli anni venti, ma a quel tempo nessuno si sarebbe potuto immaginare quanta strada avrebbe fatto questo strumento di origine orientale. La progressiva evoluzione a partire dal 'semplice' accompagnamento ritmico, fino al raggiungimento di una propria espressività e individualità della chitarra, è frutto dello studio di un impressionante numero di musicisti che hanno dedicato impegno e passione lungo il corso della loro vita. DeB Sez.Chitarristi (Vol 1.3).

Terje Rypdal è senz'altro un Artista il cui iter musicale dovrebbe essere attentamente ripercorso per apprezzarne pienamente il considerevole valore innovativo espressivo e creativo. "Odyssey" è un vero e proprio viaggio improntato da un profondo e sentito lirismo nel quale convergono atmosfere oniriche quasi elegiache, ma anche scorribande psichedeliche diametralmente opposte. Terje è paragonabile ad una sorta di alchimista della chitarra elettrica, inoltre è un abile polistrumentista (String Ensemble, Soprano Saxophone), sempre avido di nuove scoperte musicali. Con l'ausilio del suo strumento, stravolgendo la tavolozza timbrica, Rypdal è alla ricerca continua di sonorità inusitate, misteriose e originali. Egli è in grado di creare una musica dai contorni indefiniti, senza tempo e confini, riuscendo a stimolare il fruitore attraverso una serie di sensazioni auditive inconfondibili. Ascoltandolo, si ha l'impressione che egli voglia 'scavare' attraverso la chitarra, e quindi anche dentro se stesso, nel tentativo di acquisire un nuovo linguaggio sonoro. Il suo è un percorso interiore nei sentimenti, dai quali affiora uno spirito meditativo a tratti mistico. Esplorando le sonorità elettriche, riesce ad ottiene una musica magica e profonda, a tratti leggermente inquietante e solenne, ma non per questo meno vibrante. Rypdal non viene condizionato dall'ambiente circostante e lascia diffondere e fluire le sue emozioni senza inibizioni.

Con un titolo così impegnativo ed evocativo, le composizioni non potevano che essere stimolanti ed affascinanti viaggi attraverso territori poco esplorati e per questo difficilmente collocabili temporalmente. La qualità sonora è ottima. Grazie all'immancabile caratteristico e quasi impalpabile riverbero di casa ECM, i brani risultano carichi di profondità e ricercatezza. Sette pièces musicali di rara creatività compositiva generosamente distribuite su oltre sessanta minuti. Rypdal si trova a suo agio in elucubrazioni strumentali chitarristiche, tutte composte da lui, sempre ben coadiuvato da validi strumentisti. I brani più lunghi ed intricati come "Midnite", "Adagio" e "Fare Well", vi trasporteranno attraverso una moltitudine di sentimenti di non semplice descrizione, pervase talvolta da una leggera malinconia. Prima di terminare mi pare giusto segnalarvi un piccolo ma rilevante particolare (negativo) sul disco: ve lo riporterò tale e quale com'è scritto sul booklet. "To enable the release of "Odyssey" as a single Compact Disc, the tune "Rolling Stone" has be omitted from the original LP edition".

Si tratta in definitiva di un'opera senz'altro impegnativa ed articolata. Per questo motivo, richiede una serie di ascolti attivi e ripetuti per poter essere apprezzata e compresa pienamente. Saluti astratti ©.

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