"The Very Best Of" è una bella raccolta dei Testament che racchiude molti successi che partono dal primo cd "The Legacy" fino al potente "Low" del 1994, escludendo però il brano "Souls Of Black"e gli ultimi album come "Demonic" e il bellissimo "The Ghatering". I pezzi che possiamo ascoltare sono quelli che hanno portato Chuck Billy & Co. in vetta alle classifiche e che l'hanno resa una delle thrash metal band piu' importanti, insieme a Slayer, Megadeth e Metallica.

Il cd inzia con la martellante "The Haunting", introdotta da un riff perfettamente thrash e da una batteria violenta di Louie Clemente, per poi arrivare a Chuck che urla e strepita con la sua bella voce. "Burnt Offerings" è un'altra gemma dei Testament, un brano favoloso grazie ad una grande prestazione della band che si dimostra molto brava nei cambi di tempo, con Peterson e Skolnick che macinano riff e assoli molto veloci ed eseguiti in una maniera magistrale. Le successive tre canzoni, "First Strike Is Deadly", "The New Order" e "Into The Pit", sono delle composizioni suonate con massima cattiveria e violenza, con Chuck che raggiunge picchi altissimi sulla terremotante "First Strike Is Deadly", mentre il resto del gruppo dimostra la sua tecnica e bravura nelle code strumentali degli altri due brani, che ormai sono divenuti dei cavalli di battaglia dei Testament. La successiva "Disciple Of The Watch" inizia con una parte di chitarra molto melodica e bella, quasi a la Malmsteen, come se volessero farci credere che la violenza dei pezzi precedenti sia passata, ma dopo un minuto riparte il solito riffone pesante, Louie Clemente che continua a tartassare la batteria con tempi fulminei e Chuck che rende il tutto molto più aggressivo con la sua magistrale voce urlata. Una track davvero molto potente e bella, in pefetto stile Testament.

Si prosegue con la famosa "Practice What You Preach", dove possiamo apprezzare un buon lavoro di basso del bravo Greg Christian e un bellissimo assolo di Peterson che dimostra ancora una volta le sue capacità, insieme all'altro bravissimo chitarrista Skolnick. "Greenhouse Effect" inizia con un riff abbastanza pesante, ma nel resto della canzone si procede con ritmi "meno martellanti" (rispetto alle sparate "Into The Pit" o "Disciple Of The Watch") riuscendo comunque ad essere un pezzo molto bello e piacevole da ascoltare. La nona canzone, "Sign Of Chaos", è un breve pezzo suonato in maniera ottima dai due chitarristi, mentre la successiva "Electric Crown" mostra un sound un po' differente dal solito, dove si può notare il periodo quando i Testament si allontanarono dal classico thrash, registrando il criticato "The Ritual". La canzone ha un ritmo più lento ma nello stesso tempo pesante, ci sono delle leggere influenze grunge tipo Alice In Chains o Soundgarden, forse nei ritornelli un po' piu' orecchiabili, ma comunque la band continua a suonare nella solita ottima maniera. "So Many Lies" e' un pezzo un po' piu' duro rispetto al precedente, forse nella parte inziale, con delle leggere influenze dei Led Zeppelin, tipo "Dazed And Confused" o addirittura qualcosa di "Kashmir", con Chuck che insiste con la sua grande voce, mentre i due chitarristi sfornano una buona prestazione con i riff e assoli complicati.

La dodicesima canzone è "The Ritual" che mostra dei passaggi quasi jazz nell'assolo e nella parte iniziale, con improvvise pesanti ripartenze e ritornelli "orecchiabili" ma molto belli, mentre la successiva "Return To Serenity" è una fantastica ballad che a parole è quasi impossibile descriverla, tanto che io la ritengo la "Stairway To Heaven" dei Testament. Dopo questo attimo di tranquillità si arriva alla stratosferica versione live della bellissima "Over The Wall", dove dalla registrazione si può sentire ed immaginare una prestazione carismatica della band, ma soprattutto del favoloso Chuck Billy che incita il pubblico, urla e canta in una maniera impressionante. Questo best of finisce con la selvaggia "Dof Faced Gods", appartenente a "Low", ma che a me non piace tanto a causa di ritmi troppo forsennati e da Chuck Billy che varia la voce a volte con il growl e a volte con il classico "scream", che secondo me fa perdere incisivita' al brano, rendendolo troppo confusionario.

Comunque questa è una raccolta molto bella dei Testament, che ci  fa rivivere il primo periodo della band grazie a dei successi che hanno caratterizzato i magici anni Ottanta della Bay Area.

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