Un paio di mesi fa, a sedici anni da quel disco grondante di ballabile bellezza che è Since I Left You, esce il nuovo singolo degli Avalanches.
Con trepidante attesa colma di speranze generalmente condivise [hype], ascoltiamo questa Frankie Sinatra. Finalmente, oh dio che bello, ma secondo voi disco dell'anno?, ma lo organizziamo un listening party?, portate vinello e le scarpe comode, io metto le casse e la sala, chissà dopo tutto 'sto tempo cos'hanno tirato fuori...
[se ascolti anche tu, ora per la prima volta, sono circa quattro minuti di puntini di sospensione]
...aaaaaah, 'na merda. Allora: teniamo presente che l'electro swing è una piaga da debellare.
Ma poi cos'è questa cosa che sembra Fuori dal tunnel pt.2 col ritornello che è un sample di raro tedio; con Danny Brown e (minchia) MF Doom, nientemeno, che a fare i terzini sinistri dell'Inter sarebbero stati meno sprecati? Sono davvero gli Avalanches? Cosa sta succedendo lì in Australia?
Meno male che poi il listening party non si era fatto, ché per quattro minuti comunque non è che avrebbe avuto molto senso e l'avremmo finita a fuori dal tunnellellellel del divertimento-o-o-o e a fare rivalutazioni etiliche sulla discografia di Caparezza. Sarebbe stato pure peggio che andare a un dj set electro swing, almeno lì c'è sempre un bel strusciarsi.
Passa un mesetto. A una serata electro swing vedo una ragazza araba con burka alzato che pomiccia un tizio in pista. Ti giuro su tutti i figli che ho rischiato di fare.
Esce il disco, ma niente listening party, stavolta. È circa luglio e fa un caldo assurdo. In sessione estiva sto raccogliendo i frutti marci dei semi del male che ho sparso in mesi trascorsi a fare boh. Da qualche giorno giro nudo per casa a bestemmiare il sole e tutte le cose belle del creato. Non vivo da solo.
[seguivano altri due paragrafi di sole note autobiografiche per nulla interessanti, atte solo a ribadire il concetto del malumore nero con risvolti malvagi e talvolta violenti]
Una skit iniziale e poi Because I'm Me e woooo cazzo eccoli qua i nostri due producer de' Cristo, bentornati voi e il vostro gusto superiore nella selezione dei campioni, la vostra maestria indiscutibile nell'assemblaggio di bassi e archi per creare quella dance soul fuori dal tempo. Sintetica sempre, eppure mai fredda.
Allora prendi i Six Boys In Trouble, semplici da campionare, per costruire un ritornello di infantile malinconia black su base Want Ads, pompatissima come solo nei migliori set live. Poi chiami i Camp Lo che in una manciata di parole costruiscono la strofa del perfetto crossover. Viene fuori un pezzo miracoloso, di quelli che se non muovi il culo, non hai il culo; però sicuro muovi almeno testa e spalle e ti senti pure bravo.
†poi parte Frankie Sinatra†
Subway è un house all'ennesima potenza, densissimo. Col midollo nero. Col basso che ti fa venir voglia di vendere le cose tue più care per comprare più watt. E quel fraseggino di tastiera che dove cazzo l'avete preso, voglio ascoltarlo per ore. Archi che ti prendono all'anima, voci che arrivano e fanno la psichedelica danza degli spiriti rievocati dal sampler: bentornati, fratelli Gibb.
La novità, rispetto, a Since I Left You, è che Wildflower non è interamente plunderphonics, perché ci sono innesti inediti: cioè, c'è chi canta e rappa cose originali su basi campionate. Ciò non pregiudica la bellezza del risultato, anzi, lo arrichisce. Prendi soprattutto If I Was a Folkstar, canzone dell'estate 2016 di Miki Nigagi. Ma anche Colours, che la segue. I tanti più o meno celebri artisti convenuti, hanno fatto un bel lavoro: un contributo corale a un disco che nel complesso rasenta lo splendore.
La linea vocale di Toro Y Moi in If I Was a Folkstar è una di quelle cose coloratissime tipo caleidoscopio; strascicata, mistica solare e perfetta. Su un pezzo che ha quella trasparenza nell'uso dei campioni per cui magari dici ah, facile, ti diverti a sezionarla con l'orecchio destro e quello sinistro, ma poi in fondo lo sai che per creare una composizione inedita, da materiali così parcellizzati e ibridi, ci vuole un talento musicale superiore. Ascolta If I Was a Folkstar, per favore, e dimmi che quando arriva Kip Kasper, KLON Radio, non ti senti un po' meno solo\a al mondo.
Livin' Underwater vorrei ballarla abbracciato alla persona a cui vorrei bene; ma è un lento che pur se di impronta cinematica, suona per nulla pacchiano e scaturisce in The Wozard Of Iz. Madonna, The Wozard Of Iz è tutto quello che possiamo chiedere al trip-hop. Ritornelli che spiegano catchy meglio di qualsiasi definizione, vocalizzi femminili languidi, flauti, ovunque bassoni, improvvisi overflow su orchestrazioni, archi, ancora flauti. Pervasivi sintomi di horror vacui.
Ho già detto che è un disco miracoloso? Che per tornare dopo sedici anni e suonare ancora così fresco e di gran classe, devi essere un po' un genietto?
È elettronica dai mille mood, per persone che ballano con cuori grandissimi nei petti.
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