Howdy y’all, cari miei affezionati lettori, questo mio breve scritto è un personale omaggio ad un particolare filone artistico/tematico, in ambito sia musicale che letterario, generalmente noto come southern gothic. Il southern gothic, per dirla in maniera spicciola, è una rappresentazione degli aspetti più oscuri, ma anche più folkloristici, più misteriosi, più affascinanti del cosiddetto Sud degli States; per quanto percepisca quella parte di mondo come qualcosa di assai lontano dalla mia visione del mondo, in termini culturali, politici, religiosi e anche climatico/paesaggistici, non posso negare un certo livello di fascinazione, che qui cercherò di spiegare attraverso l’analisi di questo significativo “campione” musicale.

Icona redneck/hillibilly, Charlie Daniels ha concentrato un impeccabile distillato southern gothic con la canzone-simbolo della sua carriera; “The Devil Went Down To Georgia”, appunto. Partiamo dall’aspetto del songwriting: ora, mi sembra stucchevole riassumere qui la storiella raccontata dalla canzone, limitiamoci a dire che presenta uno degli stilemi cardine del SG, ovvero la commistione tra religione e antiche leggende, folklore popolare. L’utilizzo di uno stile “storytelling” è quanto mai appropriato e aumenta ulteriormente il fascino e il carisma di questa performance.

Dal punto di vista musicale c’è la chitarra, quindi c’è il southern rock, corrente di cui il Nostro è stato tra gli ispiratori e di cui ha abilmente cavalcato l’onda, ma c’è anche il fiddle, attenzione. Il fiddle è l’elemento cardine per eccellenza del bluegrass, la musica dell’Appalachia, e uno degli aspetti più intriganti della cultura southern è sicuramente il contrasto tra le aree costiere, le pianure rurali dell’entroterra e appunto le montagne (che in realtà sarebbero più simili a colline). Il setting ideale per i “fatti” narrati in “The Devil Went Down To Georgia” è quindi con ogni probabilità della zone più settentrionale dello stato, che fa parte appunto dell’Appalachia; guarda caso il nord della Georgia è anche l’ambientazione di “Deliverance”, romanzo e poi film che costituisce una pietra miliare del SG in ambito letterario e cinematografico.

Per tutte queste ragioni assegno cinque stelle piene a questa improbabile sfida tra il diavolo e un hillibilly qualsiasi, dotato però di talento e strafottente autostima. Cinque stelle e un violino d’oro per Charlie Daniels, cinque stelle per una canzone iconica, e che spacca, non dimentichiamolo.

The South shall rise again? Ne dubito fortemente, però diciamo pure che ha tante belle cose da offrire.

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