Partiamo da una domanda di fondo: abbiamo ancora necessariamente bisogno nel 2023 di un nuovo disco dei Flower Kings? La risposta per me è chiaramente no. I Flower Kings sono l’esaltazione del progressive rock nella sua forma più arcaica e tradizionale, quella che rimane incastrata nel suo classicismo e si rifiuta di crescere ed evolversi, invece bisognerebbe cercare sempre l’evoluzione, o perlomeno provarci. Però come dico sempre il prog è come una bella fetta di torta, è sempre la stessa, sai com’è fatta ma è buonissima e non puoi dire di no. E poi il tocco vintage non smette mai di avere il suo fascino, di tanto in tanto serve rispolverarlo per ricordarci di come si era.

Ma se dovessimo trovare davvero dei motivi per avventurarsi in questo “Look at You Now”… quali sarebbero? Qualcuno lo troviamo sempre. Per esempio il ritorno al disco unico (ad eccezione della versione LP); la band svedese ha optato per il doppio disco in ben 7 occasioni su 16, di cui 3 consecutive, proprio le ultime 3; sappiamo benissimo che non tutti digeriscono il mattone da un’ora e mezza, e i Flower Kings ne sono i più fieri portabandiera, superando spesso anche le due ore complessive. È però significativo dividere la discografia del gruppo in due fasi, una che arriva fino al 2007 circa e una successiva; non che la band abbia attuato un’evoluzione, però nella prima fase gli arrangiamenti erano eccessivamente pomposi, dilatati e di difficile digestione, nella successiva invece si sono fatti più leggeri e digeribili, questo indifferentemente dal fatto che i dischi in custodia fossero uno o due. “Look at You Now” segue naturalmente il periodo più recente, è un sincero e classico disco prog che scorre benissimo senza intoppi e senza incartare le orecchie di chi ascolta con zigrinature fastidiose, in più concentra tutto su un solo supporto. In linea con le ultime produzioni poi le tracce sono quasi tutte brevi, solo l’omonima conclusiva tocca gli 11 minuti.

E oltre a questo? Beh, c’è un uso intelligente delle parti di sintetizzatore, sono limpide, fluide e belle cariche di energia. Ma ci sono anche delle valide tracce strumentali quali la scorrevole “Dr. Ribedeaux” e l’elegante “The Queen”; ma soprattutto una manciata di bellissimi brani melodici, che suonano quasi moderni e persino orecchiabili, forse mai i Flower Kings sono stati così poco ostici, quando sento “The Dream”, “The Light in Your Eyes”, “Stronghold” e “Day for Peace” sento che potrebbero essere davvero ascoltate con piacere da chiunque.

Quindi ok, ci siamo convinti, “Look at You Now” merita tranquillamente un ascolto ma non capisco cosa porti una band ad andare avanti all’infinito facendo sempre le stesse cose, possibile che i vari membri non si guardino mai in faccia concordando che forse sarebbe il caso di tentare strade nuove?! Io in ogni caso suggerirei alla band di fermarsi qui, anche se alla fine mi rimangerei le parole e ascolterei il prossimo disco con la solita dedizione sento che andare avanti ancora non avrebbe senso, sarebbe accanimento terapeutico, fermarsi sarebbe un atto di onestà intellettuale.

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