Non avevo mai ascoltato niente, fino ad oggi, dei Jesus And Mary Chain: ad incuriosirmi è stata una recensione pubblicata su questo sito in cui i Black Rebel Motorcycle Club venivano "bollati" come copioni, anzi, come una vera e propria cover band del gruppo degli anni ottanta.

È tutto vero... purtroppo (lo dico da fan accanito dei Black Rebel)! Aprendo il libretto del cd ci si comincia a vergognare di aver comperato B.R.M.C.: tutti i componenti dei Jesus And Mary Chain sono vestiti di nero (fotografati, guarda caso, in bianco e nero), sembra che in testa abbiano dei cesti di vimini e non capelli e non sorridono neanche in mezza foto. Ascoltando Psychocandy la teoria esposta da LOR15 si rafforza, canzone dopo canzone e si passa dalla vergogna alla rabbia, perché un conto è copiare l'immagine e un conto è copiare pari passo ogni minima sonorità.
"Just Like Honey" è l'esatta correzione di "Salvation" dei B.R.M.C. ed è anche la ballata con cui si apre questo stupendo album: la voce di Jim Reid è calda e mai arrabbiata (come del resto per tutta la durata del disco); la chitarra suonata da William Reid è un misto tra distorsione continua e melodia accattivante che assolutamente non disturba mai, neanche nei pezzi in cui si sente la chitarra "fischiare" per un bel po'.

"The Living End" è la prima canzone arrabbiata del disco (una sorta di "Red Eyes And Tears" accelerata), ma è con "In A Hole" che lo stile dei Jesus raggiunge il suo punto più alto: William suona riff elementari al massimo, ma semplicemente belli, mentre Jim oltre alla voce si occupa della seconda chitarra... sempre distorta al massimo.
Forse la batteria, suonata da Bobby Gillespie (Primal Scream), è leggermente troppo monotona per tutta la durata del disco ed ha una specie di riverbero che la rende a tratti molto lontana dall'arrangiamento complessivo e sembra una drum machine in loop continuo: è troppo anni ottanta, insomma (però per molti questo non sarà assolutamente un difetto, anzi).

Mi dispiace ripetere le stesse cose ma io non riesco a trovare un altro aggettivo per questo disco se non uno già usato: caldo. Le canzoni trascinano l'ascoltatore lungo un rock sporco, fischiante, distorto e lo portano a selezionare sul lettore l'opzione repeat all senza saltare neanche una canzone. Non riesco a far emergere somiglianze con sonorità di altre band (tipo "la chitarra di William Reid ricorda a tratti il suono che si trova nell'album dei...") perchè proprio non mi viene in mente nessun termine di paragone.

Per i patiti del sound dei Black Rebel questo è un album da avere a tutti i costi (a proposito di costi si trova in molti negozi a soli 11 euro) per "testare" con le proprie orecchie quanto un gruppo può rub... ehm, essere ispirato da un altro. Peccato averli scoperti così tardi.

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