In principio furono i Gravedigger V, una mitica garage band proveniente da San Diego come i Tell-Tale Hearts. Il loro “All Black And Hairy” ha assunto col tempo la statura di piccolo classico del genere. La musica era un grezzo garage-punk suonato con molta energia ma con una tecnica approssimativa. La Voxx pubblicò anche l’inascoltabile “The Mirror Cracked”, una raccolta di demo dalla qualità indecente. All’epoca seguivo il garage e leggevo Claudio Sorge che spopolava su Rockerilla ma, col senno di poi, di gruppi validi oggi come oggi se ne salvano pochi. Uno di questi erano i Morlocks, diretta evoluzione dei citati Gravedigger V e capitanati dal leggendario cantante Leighton, un outsider con il vizio dell’eroina. I Morlocks erano dei perdenti ma questo a loro non è mai importato. Il nome evoca gli spaventosi esseri che vivevano sottoterra citati nel romanzo di H.G. Wells “La macchina del tempo”. Il gruppo nel 1985 pubblicò “Emerge”, un album ruvido e pieno di cover oscurissime. Nonostante fosse registrato in maniera indecente il citato Sorge lo considerava un capolavoro. Il disco, per la cronaca, venne suonato con gli strumenti recuperati dopo un concerto devastante dei Tell Tale Hearts. Certo non manca il giusto “feeling” ma la qualità della registrazione penalizza il tutto.

Discorso diverso per il successivo “falso live” “Submerged Alive”. La registrazione finalmente è buona e il gruppo spacca letteralmente. I Morlocks dimostrano di sapere suonare bene alternando momenti di rock tirato ad altri più pacati e psichedelici. Si sente l’influenza di Blue Cheer e Stooges. L’iniziale blues psichedelico “Get Out Of My Life Woman” (una cover di Al Touissant) introduce il rito con un Leighton spiritato sorretto dalla chitarra corrosiva e incisiva di Jordan Tarlow (ex Fuzztones e Outta Place). Il salto qualitativo, rispetto agli stessi Gravedigger V, è notevole come si può ascoltare nella successiva, oscura ,ultra garage e “fuzzata” “She’s My Fix”, quasi il manifesto del loro approccio. “Leavin’ Home è una deflagrante cover dei Birds mentre “Body Not Your Soul” coverizza Cuby & The Blizzards e farà venire la pelle d’oca agli amanti del vecchio garage. Ma il mio brano preferito è la stupenda, malinconica e lenta “My Friend The Bird” che sembra uscire direttamente dal primo disco degli Stooges. Un brano capolavoro. “Different World” è un altro grande momento con la musica sorretta da una chitarra lisergica con Leighton che sembra letteralemente in acido. “Black Box” è invece criptica e malata. La chiusura è affidata alla tagliente “Empy”.

Staccate la spina, unitevi agli applausi finti e avrete la sensazione di essere presenti a questo falso concerto. Col tempo i miei ascolti sono cambiati (o meglio si sono allargati) ma questo non vuol dire che non siano rimasti dei ricordi piacevoli. “Submerged Alive” è uno di questi e riascoltandolo ritorno con la mente ad antichi riti mai dimenticati. Chi afferma di amare il garage-punk dovrebbe necessariamente passare da questi solchi. Oggi questo classico è ancora in catalogo (con il citato “Emerge”) grazie alla benemerita Area Pirata che lo ha ristampato in cd e in vinile (purtroppo esaurito). Sempre Area Pirata ha pubblicato di recente anche il singolo “The Morlocks” con una formazione totalmente nuova. Disponibile su Bandcamp: https://areapiratarec.bandcamp.com/album/submerged-alive.

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